Per la prima volta nella storia le Olimpiadi sono rinviate per pandemia

Doveva essere, come accade sempre, una grande festa dello sport e della fratellanza. E, invece, dopo gli Europei di calcio, anche una manifestazione “universale” come le Olimpiadi che, quest’anno 2020, dovevano svolgersi in Giappone, sono state spostate al prossimo anno per la pandemia da coronavirus. Fino all’ultimo momento i giapponesi, dopo aver lavorato alacremente in questi ultimi anni, affinché tutto si svolgezze al meglio, hanno dovuto arrendersi all’evidenza di una emergenza mondiale che non conosce sosta. Lo scorso 12 marzo, quando ancora l’effetto pandemia non entrava nel vivo, la fiamma olimpica, era di giovedì, dopo aver fatto il giro della Grecia, in uno stadio Panathinaiko di Atene, già deserto e senza pubblico a causa la pandemia di Covid-19, si era svolta la cerimonia di consegna della fiamma olimpica. A ricevere la fiaccola era stata l’ex nuotatrice giapponese, Naoko Imoto scelta all’ultimo momento a seguito dell’assenza in blocco della delegazione giapponese rimasta a casa per la stessa emergenza sanitaria. Sotto un cielo azzurro e con una temperatura quasi estiva, il rito solenne della consegna con il passaggio del fuoco di Olimpia dalla sua terra natale al comitato organizzatore delle prossime Olimpiadi, faceva già presagire un possibile rinvio, il primo nella storia, per pandemia.

La nuotatrice giapponese che vive e lavora già in Grecia sotto le insegne nobili dell’Unicef ha ricevuto la fiaccola dal presidente del Comitato Olimpico Ellenico, Spyros Capralos, numero uno dello sport greco che voluto così commentare la consegna: “ci dispiace profondamente che i nostri amici giapponesi non siano qui con noi ma purtroppo il virus Covid-19 ci ha fatto prendere decisioni difficili per proteggere i cittadini”.

Pochi giorni dopo, solo poche ore fa, è arrivata in videconferenza la decisione che, in realtà, un po tutti si aspettavano: le Olimpiadi non si disputeranno più dal 24 luglio al 9 agosto 2020, ma si terranno nell’estate del 2021, a causa della pandemia di Coronavirus che sta colpendo il mondo. Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale), nella persona del presidente Bach, che aveva sempre rifiutato questa ipotesi, nelle ultime ore ha dovuto accettare il rinvio per non subire supinamente altri forfait ufficiali dopo quelli arrivati dall’Australia e dal Canada. Sarebbe arrivata a breve anche quella della federazione americana di atletica. La decisione è stata condivisa dopo una videoconferenza anche dal Primo Ministro giapponese Shinzo Abe e dal presidente del CIO Bach
Alla fine, tutta l’amarezza è anche nel comunicato ufficiale: “I Giochi sono rinviati al 2021, non oltre l’estate, per salvaguardare la salute degli atleti e di tutti i partecipanti. Manterranno il nome di Giochi olimpici e paralimpici Tokyo 2020”. La fiamma olimpica, come detto, rimarrà in Giappone e sarà accesa a simboleggiare la speranza di un momento difficile per tutti. 

Nella storia delle Olimpiadi in tre occasioni sono saltate a causa della guerra: nel 1916, nel 1940 e nel 1944. Si riuscirono a fare quelle di Berlino nel 1938 durante le quali Hitler e il nazismo cercarono di far credere al mondo la bontà della loro politica, masticando, comunque, amaro per le quattro medaglie d’oro vinte da Jesse Owens, fenomeno statunitense. In altre occasioni, anche più recenti, i problemi furono di tipo geopolitico con qualche diserzione. Tuttavia è la prima volta che una Olimpiade è rinviata per pandemia. Con l’auspicio che il prossimo anno possa davvero essere una grande festa dello sport e della fratellanza.

(ndr)

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