Coronavirus, storie di due preti che sanno di sacrifico estremo e di assoluta poesia


di francesco de rosa


Sono poco più di 40 i preti morti in Italia negli ultimi giorni a causa della pandemia di Covid-19, tra questi 20 sono della diocesi di Bergamo. Sono giorni più che mai è difficili per tutti come per quelli a cui è dato fare il “mestiere” del prete. Alcuni si sono messi al sicuro chiudendosi dentro i propri luoghi con comodità. Altri, in diversi posti d’Italia, hanno sfidato a vario modo i divieti. Altri ancora si sono affrettati a tenere aperte le chiese per dare a tutti la possibilità di pregare in solitudine disponibili ai bisogni di tutti. E poi ci sono le due storie che vi raccontiamo qui. La prima arriva da Picciano, un piccolo paese vicino Pescara che sa di poesia assoluta. Lì don Camillo Lancia, parroco del luogo, non ha voluto fare a meno di condividere un momento di spiritualità con i suoi fedeli. E siccome non si possono celebrare messe in chiesa assieme a loro si è messo in cammino, assieme ad una statua della Madonna, andando per ogni strada del suo piccolo paese per far sentire dall’esterno la presenza e la voce di Dio. Il video, girato da un fedele che stava da una finestra, ha fatto il giro del web. Racconta meglio di ogni altra cosa la poesia che c’è dentro quel gesto. Nelle parole di un canto doloroso che ha portato ovunque per le strade di Picciano dove, sopra un carrello da lui costruito e con un megafono, ha voluto spingere da solo la Madonna in processione intonando da solo… «Santa Madre de voi fate che le piaghe del Signore…» e via così il canto doloroso e struggente della via Crucis con la sua voce che ha preso tutte le sfumature di un emergenza vissuta dai suoi concittadini e da tanti altri sotto i nostri occhi. Ecco il video che qui vi proponiamo…

La seconda storia ci porta a Bergamo ed è una storia eroica ed estrema. Don Giuseppe Berardelli 72 anni, arciprete di Casnigo in val Gandino (Bergamo), è morto nella notte tra domenica 15 e lunedì 16 marzo all’ospedale di Lovere, strappato alla vita dal coronavirus. La sua morte è sopraggiunta dopo che lui stesso aveva voluto far valere la sua volontà. Rinunciare al respiratore se, nello stesso momento, c’era un’altra vita umana, più giovane della sua, che aveva lo stesso estremo bisogno poiché colpito da coronavirus. E così è stato. Tutto racchiuso in una battuta dove c’era e c’è lo spirito di un prete/eroe vissuto con nobili virtù come da queste parte del bergamasco sanno vivere in molti. «Era una grande persona», ha detto Clara Poli, sindaco di Fiorano, dove don Giuseppe ha fatto a lungo il prete. «Lo ricordo sulla sua vecchia moto Guzzi, amava la sua moto, e quando lo si vedeva passare era sempre allegro e pieno di entusiasmo, ha regalato pace e gioia alle nostre comunità».

don Giuseppe Berardelli

Attorno alla scomparsa del sacerdote si è stretta tutta la comunità di Gandino e non solo, perché don Berardelli era un volto sorridente e conosciuto ma per il grande gesto d’altruismo che ha compiuto. Nato a Fonteno, era stato ordinato nel 1973, spendendo il proprio ministero soprattutto in quelle piccole comunità delle valli orobiche. Lì era era stato parroco di Gaverina, prevosto di Fiorano al Serio, vicario locale del vicariato di Gandino. Dall’inizio di marzo, sono già 20 i sacerdoti della diocesi di Bergamo scomparsi per il Covid-19. Nel video che qui vi proponiamo potrete vedere altre immagini ed il saluto a don Berardelli che hanno voluto fargli i colleghi di fanpage. A noi così piace raccontare le storie e l’impegno dei preti, tanti, che in Italia stanno fronteggiando, con tutti gli altri, il dramma coronavirus.

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