Il linciaggio fatto a Fabio Fazio dai soliti fascisti, sovranisti e seminatori d’odio


di francesco de rosa


Accade che anche in piena emergenza coronavirus (con la conta dei morti, le città deserte, la possibilità di rivedere i propri estremismi, le libertà sospesa, la paura ed il panico da contagio) quando tutti dovrebbero, almeno, fermarsi a riflettere sul valore e la necessità delle contrapposizioni, dell’odio sociale o politico, del nemico da abbattere a tutti i costi, continui la missione meschina di opinionisti, colleghi giornalisti fanatici e ideologizzati, politici d’assalto fascista e sovranista, testate più o meno note che restano militanti ed asservite alle peggiori ossessioni di quella destra che ha fatto e fa degli immigrati (i negri o negretti come li chiamano stupidamente loro) un bersaglio preferito e di altre schifezze i propri temi preferiti. Ci ha fatto le spese, ancora una volta, Fabio Fazio per aver, con un breve articolo scritto per Repubblica, fatto sapere ciò che questa esperienza, estrema per tutti, del coronavirus gli sta insegnando. Prima di riportarvelo integralmente, vi propongo di leggere con me le parole d’odio dei soliti (o insoliti) fascisti, cialtroni per vocazione di cui diremo i nomi ed i cognomi come fanno loro quando vogliono colpire i loro nemici che sono tanti e sono ovunque. Almeno chiunque scriva e dica qualcosa a favore di chi è nel bisogno. Vi diranno, questa allegra accozzaglia di sovranisti, fascisti di ieri e di oggi, ciarlatani e razzisti, che occorre eliminare dai media, dalla politica e dalle vicende d’Italia “i buonisti”, quelli che si sforzano di vedere il meglio degli altri, capirne i bisogni, rendersi disponibili, mettersi nei panni degli altri. Dei loro compresi.

Così e per tale meschina missione un certo Valerio Benedetti su una delle peggiori testate (in quanto a diffusione d’odio sovranista) denominata, e si vede già da questo, PN (il Primato Nazionale) ha scritto testualmente all’indomani del breve articolo di Fabio Fazio… “Alcune persone non impareranno mai. È più forte di loro. Prendiamo l’emergenza coronavirus. Se c’è qualche insegnamento da trarre da questa tragedia, è che la globalizzazione è sempre più in crisi e che i confini, piaccia o no a lorsignori, svolgono ancora un ruolo fondamentale. E invece, totalmente sprovvisti del senso del ridicolo, i globalisti di casa nostra non ne vogliono sapere di disarmare. Basti leggere quanto ha scritto l’ineffabile Fabio Fazio che, sulle colonne di Repubblica, ci ha spiegato che cosa ha imparato dall’attuale pandemia, e cioè che i confini non esistono e che i porti vanno lasciati aperti per tutti”. Il forbito Benedetti che in quanto ad odio non ha nulla da invidiare a nessuno, continua con altre amenità, giudizi pessimi offerti a iosa e miserie umane di cui fa sfoggio.

Ma il suo “saggio” su PN (il Primato Nazionale) non è certo l’unico esempio e Benedetti non è ovviamente l’unico seminatore di verità e di odio. Si distingue chiaramente, sin dai titoli, ma peggio ancora nei contenuti, Libero, quotidiano di veleni diffusi ed arroganze in formato light e razzista (contro i meridionali, i neri, i gay ed altri nemici). Insalata vomitevole che troviamo anche nell’articolo scritto, all’indomani delle parole su Repubblica, di Fabio Fazio.

L’articolista ignoto perché qui non si firma, il 16 marzo scorso, ha scritto contro Fazio su Libero: “Sono giorni durissimi in cui abbiamo tutti modo di riflettere sul significato delle parole e su tutti quei gesti quotidiani piccoli e preziosi che ci mancano”, esordisce Fabio Fazio in un commento pubblicato su Repubblica di lunedì 16 marzo, dal titolo “le cose che sto imparando”. Ovviamente, mister Che tempo che fa si riferisce alle cose che sta imparando nei giorni dell’emergenza coronavirus. Dunque una serie di punti, di belle parole, tipo: “Devo rimettere in ordine la mia scala di valori; “Mi sono persuaso che il significato delle parole è sacro”; “Ho imparato il valore di una stretta di mano” e “ho imparato la necessità di tendere la mano”. Ed eccoci poi arrivare alla conclusione, alle ultime due cose che Fabio Fazio ha imparato. Punto 14: “Mi sono reso conto che i confini non esistono e che siamo tutti sulla stessa barca”. Segue il punto 15, quello conclusivo: “E dal momento che siamo tutti sulla stessa barca, è meglio che i porti, tutti i porti, siano sempre aperti. Per tutti“. No, Fabio Fazio non cambierà mai. Una sola domanda: quando dice “sempre aperti”, intende anche nei giorni del coronavirus?”.

Nello stesso giorno, il 16 marzo, tale Andrea Pegoraro, assoldato a “il Giornale” e alla sua linea editoriale, con un tantino di eleganza in più che nasconde la stessa saccente missione di destra, firma un articolo dal titolo eloquente: Col virus Fazio pensa ai porti: “Spero restino sempre aperti” e un primo commento che dice “Il conduttore elenca 15 cose che ha imparato durante il coronavirus e dalle quali vuole ripartire quando l’epidemia sarà finita”. E via l’ironia e la disinformazione offerta a piene mani per un solo unico fone: ridicolizzare il conduttore Rai e fare in modo di fargli dire ciò che faceva parte di un discorso. Per leggere integralmente le perle di Pegoraro commentatore della intervista fatta a Fazio basta cliccare qui e capirete meglio.

Sin qui solo un brevissimo riassunto di ciò che può suscitare sulle pagine (di carta e di led) di testate, ve ne sono tante altre, che, assieme a quelle citate sono sempre e solo spazzatura quando sono così impegnate a seminare odio, a fare militanza ideologica, a voler meschinamente ridicolizzare un pensiero diverso dal loro. Non hanno nessun ritegno dell’etica professionale (per quelli iscritti all’ordine professionale dei giornalisti) e nessun ritegno per distinguere i fatti dalle opinioni. Agiscono ogni giorno con la missione di inquinare l’informazione ed il corretto svolgimento di un ruolo che resta prezioso in ogni democrazia.

Completezza d’informazione impone, a questo punto, si debba riportare per intero quel che ha scritto Fabio Fazio su Repubblica e che ha così tanto urtato i nemici soliti ma anche così ispirato, al contrario, tanti altri (persino Francesco Bergoglio) che hanno ritrovato nelle parole del conduttore ligure solo e soltanto il buon senso, una minima, personale ed intima lezione che a lui, come a tanti altri, sta arrivando dal coronavirus. Ai seminatori d’odio non farà piacere ma, per fortuna, sono e saranno sempre una minoranza. Forse.

“Le cose che sto imparando” di Fabio Fazio

La lezione dell’isolamento: proviamo a mettere ordine, non solo nei cassetti di casa e nelle tasche dei vestiti dimenticati nell’armadio, ma in noi stessi.

Sono giorni durissimi in cui abbiamo tutti modo di riflettere sul significato delle parole e su tutti quei gesti quotidiani piccoli e preziosi che ci mancano. Stiamo vivendo la prova più dura e inattesa che ci potessimo trovare di fronte ma potremmo uscirne migliori per davvero se, lasciando da parte paura o al contrario rimozione, provassimo a fare un esercizio di consapevolezza. Per imparare a guardare in noi stessi, per provare ad ascoltarci e a specchiarci nell’altro e soprattutto per ordinare le cose da cui ricominciare. Sì, proviamo a mettere ordine, non solo nei cassetti di casa e nelle tasche dei vestiti dimenticati nell’armadio, ma in noi stessi.
Propongo un esercizio che potrà tornarci utile per quando arriveranno giorni migliori. E, stiamone certi, arriveranno.
Mettiamo in fila, tutti insieme, le cose che ogni giorno stiamo imparando. Che sono tante. Tantissime, quante sono le parole.

Elenco delle cose che ho imparato

1. Devo rimettere in ordine la mia scala di valori per scoprire quel che veramente è importante.
2. Quando tutto ciò sarà finito, devo attenermi alla suddetta scala di valori.
3. La cosa che di sicuro più conta è stare vicini alle persone a cui vogliamo bene. Nulla è più importante di un abbraccio ai nostri figli.
4. Devo ricordarmi che è ora di riconnettermi con la Terra e con l’ecosistema: solo rispettandone l’equilibrio ne saremo rispettati e saremo preservati.
5. Mi sono reso conto che le cose capitano anche contro la volontà degli uomini: non siamo onnipotenti.
6. Ho riscoperto il valore di alcune parole e concetti che troppo in fretta avevamo liquidato: Stato sociale per esempio.
Solidarietà, per fare un altro esempio.
7. È diventato evidente che chi non paga le tasse non commette solo un reato ma un delitto: se mancano posti letto e respiratori è anche colpa sua.
8. Mi sono ripromesso di non accettare più nessuna forma di cinismo: in questo momento così duro è comunque bello volersi bene e sentirsi parte della stessa cosa.
9. Mi sono persuaso che il significato delle parole è sacro.
10. Mi sono ripromesso di pretendere che chi ha ruoli di responsabilità e di governo sia più preparato di quelli che da lui sono governati.
11. Ho imparato il valore di una stretta di mano.
12. Ho imparato la necessità di tendere la mano.
13. Ho imparato che siamo connessi per davvero e non solo in rete.
14. Mi sono reso conto che i confini non esistono e che siamo tutti sulla stessa barca.
15. E dal momento che siamo tutti sulla stessa barca, è meglio che i porti, tutti i porti, siano sempre aperti. Per tutti.

Elencate anche voi, nei commenti qui sotto, le cose che state imparando.

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