Gli spazi nella scuola dell’infanzia

“Un’edilizia appropriata, la piena disponibilità dell’edificio, il necessario apprestamento di spazi ed ambienti funzionalmente utilizzati nell’attività educativa, sono condizione perché la scuola materna possa raggiungere le sue finalità. In essa, cosi, dovrà realizzarsi un intelligente impiego degli arredamenti e delle attrezzature anche in rapporto all’igiene, all’educazione sanitaria e alla refezione e dovranno trovare posto spazi ampi ed aperti attrezzati per il gioco, per il giardinaggio, e per ogni altra forma di libera e ordinata attività”. Così recitavano le poche righe dedicate agli spazi nella scuola dell’infanzia dalla legge 144 del 1968. Da allora ne è passato di tempo e sono sopraggiunte nuove necessità per una scuola che cambia non tradendo mai la sua vocazione principale. Oggi dello stesso tema occorre come e più di prima parlarne. Ecco qualche spunto che ho deciso di condividere con Voi…


di mariantonietta campobasso*


Uno spazio ben organizzato e strutturato è nella scuola dell’infanzia apprendimento stimolo e riflessione, lo spazio strutturato è quell’angolo che il bambino vive anche con se stesso non solo con gli altri. Ogni piccolo spazio non va mai lasciato al caso, diventa un momento di riflessione per il docente perché quell’angolo crea e produce apprendimento se strutturato bene e in funzione ai bisogni del bambino.

Cosa vuol dire strutturare uno spazio? Cosa rappresenta quell’angolo lasciato a sé in una sezione, quella zona neutra che a volte non ha significato per noi, ma in realtà strutturandolo produce stimolo e apprendimento.

Partiamo in primis da un’attenta e accurata osservazione, riprendiamo la buona abitudine di avere il famoso “diario di bordo” uno strumento importante per osservare in che modo si approccia un bambino in quell’angolo che uso ne fa e se produce stimoli e attività arricchenti.

Incominciamo a dare voce all’angolo, a dare spazio significativo con pennarelli pennelli albi illustrati  forbici   colori vari  e fogli colorati( angolo editing) dove il bambino potrà ritagliare creare un giornalino illustrato arricchendolo con le sue produzioni grafico-pittoriche che rappresentano idee per un lavoro futuro da fare in sezione.

Primo step: osserviamo quello spazio e chiediamoci perché vogliamo usarlo in che modo con che cosa vogliamo arricchirlo ma soprattutto la finalità, chiediamoci sempre se produce apprendimento e formazione per il bambino.

“ Non mi stancavo mai di ripetere ai miei collaboratori e studenti quanto fosse necessario affinare la propria capacità di osservazione, per poter passare con fluidità dall’esperienza personale di un solo bambino alla risonanza nei compagni che gli sono intorno, analizzando gli affetti e intervenendo  di conseguenza” questa interessante citazione di Masai Pas  Bagdadi la ripropongo sempre perché osservare deve diventare pratica costante quasi routine per un docente che vuole porre le basi per un buon apprendimento e per la formazione del bambino.

Documentare è organizzare un lavoro accurato sempre ponendosi le domande essenziali per un  buon progetto documentativo: Cosa? Per chi? Con che cosa? Come? Quando? Dove?

Scegliere con cura il tema del nostro percorso , individuare i destinatari selezionare gli strumenti da osservare scegliere come vogliamo documentare e soprattutto predisporre gli spazi che diventano traccia del lavoro del bambino pertanto la sua identità.

Anche un muro può parlare e produrre apprendimento perché diventa quello spazio che dà vita alla creatività del bambino alla sua fantasia alla sua immaginazione , un cartellone che documenta con foto un percorso diventa traccia di quella identità autostima e autonomia , finalità portanti della scuola dell’infanzia.

La documentazione richiede riflessione su elementi e tracce di positività: se abbiamo prodotto attenzione, relazione, interesse, curiosità linguaggio verbale e interazione riflessione capacità di saper utilizzare quello spazio e ragionarci anche, questo vuol dire documentare nella scuola.

Un cartellone documentativo non va mai affisso su un muro alto perché il bambino guardandosi riconosce il suo lavoro se stesso e raggiunge una buona autostima e consapevolezza delle proprie capacità e competenze raggiunte.

Diventa pertanto capace di riconoscere le sue potenzialità costruendo saperi e fornendo anche idee per un apprendimento futuro narrando la sua identità.

I bambini amano guardare ciò che producono con soddisfazione con orgoglio, lasciamo scegliere dove appendere i loro lavori creando un angolo delle produzioni artistiche; un angolo molto amato dai bambini durante le mie osservazioni è l’angolo editing la creazione di un giornalino delle emozioni quotidiane ( come mi sento oggi? Cosa vorrei fare? Oggi propongo un’idea…), l’angolo biblioteca e pinacoteca …l’angolo dell’immaginazione creare storie solo con immagini…ogni angolo produce apprendimento se noi gli diamo voce.

  • pedagogista di frontiera nelle scuole della Puglia

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