Il processo di individuazione in Jung

“La crescita della personalità avviene a partire dall’inconscio”. Questa affermazione di Jung ha un forte significato per la vita di ogni persona in quanto orienta l’attività psichica in una direzione specifica che è quella che porta l’uomo ad un confronto con il suo inconscio. Ne parliamo qui.


di francesco martinelli


Negli articoli precedenti abbiamo parlato, anche se non in modo esaustivo perché questi sono articoli divulgativi,  degli archetipi, ebbene essi ci danno molte informazioni su quello che accade in noi. Tutti gli uomini ne subiscono l’influenza. Bisogna  chiedersi :  come può l’individuo integrare i messaggi provenienti dagli archetipi, tenendo conto di tutte le influenze esterne e delle esperienze precedenti? Jung, vi ha riflettuto dal 1912 al1918, constatando che vi è in ognuno un processo di crescita. Tale processo lo definì “ individuazione “ , non perché il fulcro sia l’individuo, ma perché vi è un confronto dialogico tra ciò che è personale e ciò che è collettivo e con le relative immagini.

“ Il processo ha per senso e meta la realizzazione della personalità originariamente contenuta nel  germe embrionale in tutti i suoi aspetti. E’ l’attuazione e il dispiegarsi dell’originaria totalità potenziale. I simboli che l’inconscio adopera a questo scopo sono gli stessi che l’umanità ha sempre usato per esprimere totalità, compimento e perfezione: sono di regola simboli della quaternità e del cerchio. Questo processo è stato da me definito processo di individuazione”, dal volume 7 delle Opere di Jung, pp.111-112.

La via dell’individuazione conduce a realizzare il proprio Sé. Affinché ciò possa avvenire, avverte Jung, la Persona deve dissolversi. Il nostro Autore ci informa del suo forte impegno a lavorare con le sue immaginazioni che lo portarono alla conclusione che l’inconscio stesso subisce delle modificazioni, delle metamorfosi. I suoi studi sull’Alchimia lo condussero a fare l’esperienza che  l’inconscio è un processo e che le relazioni tra l’io e l’inconscio portano ad una evoluzione, ad un cambiamento della psiche. Nei soggetti si può fare esperienza di questo processo attraverso l’analisi dei sogni e delle fantasie. Infatti, egli afferma che i sogni si presentano secondo uno schema determinato, preciso. Nei sogni i diversi contenuti scompaiono e ricompaiono e, se si presta attenzione ad essi, probabilmente ci si accorgerà che hanno una trama ben precisa che può determinare l’individuazione. Questa trama è intessuta dal Sé che rappresenta lo scopo di tutto l’uomo, vale a dire la realizzazione della sua totalità, anche contro la sua volontà cosciente. Jung paragona questo processo a quello della trasformazione della ghianda in quercia, di un vitello in una vacca e di un bambino in un adulto.

Quando questo processo si verifica in modo inconscio, si proietta in simboli collettivi, nei miti, nelle religioni, nei modi di pensare. Quando però da inconscio diviene conscio, allora le oscurità scompaiono per dar posto alla luce, così la coscienza si amplia, guadagnandone anche in profondità e altezza. Quindi, il processo suddetto inizia in modo inconscio ma   si trasforma quando diventa conscio, cioè quando l’io fa l’esperienza dell’inconscio collettivo. Tutto ciò avviene con l’incontro con l’Ombra, o quando vi è una distinzione dell’Anima e dell’Animus. Un errore che va evitato è quello di identificare l’io con il Sé, se ciò si determina allora  si cade in un deleterio egocentrismo .

L’azione sinergica tra io e Sé, fusi ma non confusi, porta a termine la realizzazione della totalità , al di là degli ostacoli presenti nell’individuo. Non è questione di essere tutto e/o di avere tutto, ma di condurre. Una vita secondo una struttura in cui sono attivi principi opposti. Per Jung questa struttura segue uno schema quaternario. Come è arrivato a tanto?

Attraverso studi storici e clinici, facendo una distinzione tra analista-analizzando e Anima-Animus, che sta a rappresentare un coordinamento dei fattori che sono presenti in relazione in una specifica situazione.

Uno dei suoi prototipi di quaternario a cui  fa riferimento è la croce, essa esprime tra l’altro, il conflitto e l’integrazione. L’individuazione  è l’esatto contrario dell’individualismo, essa include l’universo ed ha due aspetti da ricordare, uno è quello che riguarda un processo interiore e soggettivo di integrazione, l’altro è inerente ad un processo oggettivo che tiene presente il rapporto con l’altro.

E’ utile ricordare che il processo di individuazione non è scevro da difficoltà e sofferenze, esso implica inizialmente una vera e propria lacerazione interiore e, tale sofferenza, è una specie di chiamata. La von Franz ci dice che l’io in tale fase viene ferito nella sua volontà o nei suoi desideri, in seguito a ciò proietta le difficoltà nel mondo esterno.  Ora, riconoscere e ritirare le proiezioni ha come effetto principale quello di determinare un disincanto, una perdita della meraviglia che prima si provava, però col tempo l’energia ritorna all’io.

Tutto questo lavorìo interiore però porta poi all’unione degli opposti e, in seguito a tale fenomeno, l’individuo ne viene trasformato, incrementando la sua capacità di accrescere e migliorare il rapporto con se stesso e con gli altri.

Rispondendo ad una persona che lo interrogava sul processo di individuazione, Jung rispose:” Non posso dirle a cosa rassomiglia un uomo che gode di una completa realizzazione di se stesso, non ne ho mai visti. Prima di tendere alla perfezione, dobbiamo vivere l’uomo normale senza mutilazione di sé”.

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