Il politico più bravo a sedurre il popolo che è anche il più corrotto e ladro. L’esempio dell’Austria…

di francesco de rosa |


Di lui, poche ore dopo le sue dimissioni da cancelliere dell’Austria, ha scritto, con dovizia, Paolo Valentino che «era il più giovane capo di governo del mondo, Sebastian Kurz. Era il principe dal volto di porcellana venuto dal nulla, che aveva conquistato e trasfigurato una forza veneranda come la ÖVP, il partito popolare, facendone il docile strumento di un’ascesa tanto improbabile quanto irresistibile. Maestro nell’arte della seduzione retorica, flessibile e vago quanto basta per non legarsi a posizioni definitive, Kurz aveva offerto a un Paese sazio, ricco e sonnolento, il brivido del cambiamento e di una nuova frontiera politica». Aveva detto di sé Sebastian Kurz, proprio a Paolo Valentino in una intervista, di essere una persona normale. Ora la fine politica di Kurz in Austria, accusato ed indagato con tanto di prove (in Austria le prove valgono ancora molto) dall’agenzia governativa anticorruzione (WKStA) di aver dichiarato il falso, di aver ricevuto finanziamenti illeciti, di aver promesso nomine in cambio di vantaggi si offre a riflessioni sempre attuali. Come dire, il solito spettacolo della politica è sempre fatto di corruzione, di illegalità, di bugie. Oggi ancora di più perché tutto possiamo amplificare. E l’Italia ne è piena di politici che continuano ad essere votati, a ricoprire ruoli pubblici, a fare i sindaci, i deputati, a “stare sulla scena” e tanto altro.

Nel frattempo, il caso e la vicenda austriaca ha mille spunti/dettagli che possono servirci a capire in quanti e quali modi la politica che deve persuadere come mestiere usa tutti i mezzi illeciti per poterlo fare. Sebastian Kurz era noto per avere fretta a bruciare le tappe. Nel 2009 era candidato al consiglio comunale e durante la campagna elettorale lo si vedeva in giro a bordo di una «Geil-o-Mobil». Seduzione e fame di tutto giravano assieme. Lo si vedeva accompagnato da diverse signore i cui vestiti si facevano notare. Lui, si disse, distribuiva profilattici neri che era anche il colore del partito. Fu segretario all’integrazione quando aveva ancora 24 anni, Due anni dopo fu deputato, l’anno successivo ministro degli Esteri. Aveva solo 28 anni. Criticava la Merkel come un grande esperto di strategie internazionali e parlava di legalità come pochi. Insomma Kurz rappresenta (questa volta val bene coniugare al presente) il modello perfetto del politico di oggi che con abilità, gradevolezza d’aspetto, abilità retorica e grande maestria riesce a dire bugie come pochi e a fare così davvero molta strada se non lo beccano o se riesce a farla franca rispetto ai capi d’accusa o ai processi che farà. Egli avrà lunga vita per continuare a condizionare le comunità dove si trova.

Dal piccolo consiglio comunale alla grande città fino al podio più alto delle istituzioni l’abile politico (che sia in Austria, America, nord Europa, Francia, Spagna o nella nostra Italia dove gli esempi sono tantissimi) mescola sesso e seduzione, dice bugie per indole, natura, necessità, prende danaro da tutti, profitta di ogni legame e riceve voti dei tanti a cui promette ma anche dei tanti davanti quali appare il più convincente. Il politico vincente troppe volte è esattamente questo e lo spunto che ci viene dall’Austria, nazione che ha notoriamente nella percezione comune nel suo dna un tratto più definito di rigore rispetto ai paesi latini e più meridionali conferma per intero in quanti e quali modi il marketing contemporaneo della politica offre un podio ai peggiori che vincono perché più bravi degli altri a convincere. A sfruttare ogni occasione, a fare delle bugie il proprio stile di vita. Ad inquinare i luoghi della politica camuffando per arte ciò che arte non è.

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