di francesco de rosa |
Sono in tutte le città del mondo. E, ovviamente, sono anche “dentro” o alle periferie di tutte le città italiane. Sono persino nei posti meno noti dei centri cittadini di provincia che conoscono in pochi. Sono i quartieri più pericolosi d’Italia. Noti per il tasso di delinquenza, il degrado, il senso di emarginazione che vivono. I quartieri ritenuti più pericolosi d’Italia sono citati all’impronta appena parli di posti malfamati, invivibili, impraticabili. Così, accade ogni anno. Il quotidiano che racconta soprattutto l’economia del nostro Paese, il Sole24 Ore, sulla base dei dati forniti dal dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, valuta l’indice di criminalità delle città in Italia e valuta anche quali sono le più pericolose soprattutto in relazione alle diverse tipologie di crimini. Sono quartieri ma anche rioni sui quali si pone spesso, anche esagerando, l’attenzione dei media. Ci vanno in mezzo anche tutti coloro che non hanno nulla a che fare con il crimine ma che, comunque, vivendo in quei posti pagano il prezzo delle generalizzazioni affrettate. Vivono lì migliaia e migliaia di persone, a cui, ancora oggi, sono “riservate” condizioni estreme perché lì dove abitano regna la delinquenza (soprattutto quella minorile), e la qualità della vita è ridotta al minimo e l’igiene è scarsa e il degrado è assoluto. Uno dietro l’altro, in una lista che mette assieme fatti di criminalità comune ed altre vicende nefande, quei quartieri tornano in elenchi dei quali nessuno ne invidia l’esistenza.
Il Librino a Catania
Situato nella periferia della città, il quartiere Librino è attualmente considerato il più pericoloso e malfamato d’Italia. Fu progettato intorno a metà degli anni sessanta come città satellite modello da Kenzō Tange. Librino viene dal latino: il posto delle lepri, e sorge su una grande area abitativa a sud-ovest di Catania che è noto alle cronache come il quartiere più degradato e centrale dello spaccio di stupefacenti. Qui è famoso il caso del “palazzo di cemento”, grande edificio fatiscente che è stato abitato per anni da occupanti abusivi senza nessun allacciamento di luce e gas. Attualmente è, di fatto, “La Culla delle criminalità siciliana” dove traffico di armi, droga e omicidi sono all’ordine del giorno. Inizialmente il Librino era stato concepito come luogo di cultura ed innovazione che a Catania doveva svolgere un ruolo di ricupero sociale. Tuttavia negli anni, al contrario, il quartiere è stato abbandonato al suo destino triste e nefando.
Il quartiere Zen di Palermo
Il quartiere Zen di Palermo è il simbolo del degrado di una città e della sua regione. Lo Zen è la quarantasettesima unità di primo livello di Palermo, parte della VII circoscrizione, che ospita circa 16.000 abitanti. Una triste realtà dell’Italia che si abbandonata a se stessa. Allo Zen si spaccia in maniera eclatante in ogni ora del giorno e della notte. Qui la “dispersione scolastica” è tra le più alte in Italia (2 ragazzi su 3 abbandonano la scuola per entrare nella micro criminalità). Qui tantissime famiglie sono povere e vivono ammassate in dei veri e propri tuguri e i bambini giocano tra rifiuti. Nessuna amministrazione comunale del capoluogo palermitano è riuscito a sanare quella ferita. Eppure quante famiglie allo Zen, pur essendo lontane dal crimine, pagano il prezzo di essere annoverate in maniera sbagliata.
Il quartiere Forcella a Napoli
Quando si parla di Napoli e di quartieri malfamati si pensa subito a Scampia ma Scampia, come Soccavo, come i Quartieri Spagnoli stanno tentando si sanare se stessi. Immutato, invece, in molte sue parti (secondo lo studio de il “Sole 24 Ore”) resta il Rione Forcella. A Forcella il tasso di disoccupazione è endemico ed è tra i più alti della città che pure ha disoccupati in tutte le sue parti. Qui si abbandona la scuola come nulla fosse e si inizia la carriera della strada, del lavoro nero, della emarginazione. Qui l’emarginazione sociale diventa micro e macro criminalità e prende varie forme. A Forcella c’è uno dei maggiori spacci di droga del capoluogo partenopeo. Il quadro non è confortante e nei momenti storici peggiori Forcella “dona” terreno fertile alla camorra e alla criminalità organizzata. Tuttavia, come in altri posti di Napoli, anche a Forcella si accendono resistenze, impegni civili, lotte per la legalità.
Il quartiere Corviale di Roma
Al Corviale di Roma disagio e criminalità sono i due termini più usati. Qui er Palletta, così chiamato per il suo fisico basso e tarchiato sembra sia il boss del quartiere. Si dice che sia legato alla destra estrema – che in quel quartiere sta raccogliendo voti cavalcando il malcontento – e che è molto temuto nel serpentone grigio di nove piani lungo un chilometro, che percorre tutta via Poggio Verde. Il Corviale entra a pieno titolo tra i quartieri più malfamati del Belpaese. In questo quartiere romano, tra degrado e disperazione totale, un ruolo di grandissimo rilievo è ricoperto dalla cosiddetta polvere bianca e, comunque, in genere da qualsiasi tipologia di droga. Gli scambi della sostanza, le vendite e persino l’utilizzo tra le vie del quartiere avvengono in totale libertà e con una facilità quasi disarmante. Quartiere di periferia cittadina il Corviale ha nel Serpentone il suo luogo simbolo. Il Serpentone è costituito da edifici dedicati per lo più alle attività della camorra e della criminalità organizzata romana. Qui si tenevano spacci di droga ed omicidi persino quando i blindati della polizia circondavano le abitazioni e di cittadini del posto si ribellavano contro i blitz delle forze dell’ordine. Nonostante questo il quartiere sembra voglia uscire dal buio tant’è che oggi è oggetto di una tentata opera di riqualificazione degli enti sociali della zona e della Chiesa.
Quarto Oggiaro a Milano
Quarto Oggiaro, nella periferia di Milano, è da sempre noto per essere la sede delle principali attività criminose del capoluogo lombardo. E negli anni, nonostante i vari sforzi fatti, la situazione non è mutata completamente. Quarto Oggiaro è un quartiere sicuramente poco controllato dalla Polizia di Stato. Sembra che, proprio in questa zona, la vendita della metanfetamina sia ai suoi massimi livelli. Se si pensa che questa è tra le droghe più pericolose in assoluto, si capisce bene la portata del fenomeno. A Quarto Oggiaro non è affatto complicato trovare dei minorenni completamente immersi nel mondo degli stupefacenti, sia come spacciatori che come utilizzatori, e non pochi sono i giovani che per questo perdono la vita nella solitudine dei vicoli del quartiere. La dispersione scolastica supera il 30% ed è, quindi, a livelli non indifferenti. Abbastanza recente è un caso di cronaca che ha riguardato Quarto Oggiaro e che è balzato agli onori della cronaca su tutte le televisioni nazionali. Questo riguardava una lotta tra clan e l’uccisione di un esponente del clan dei Tatone.
Le Vallette a Torino
Alle Vallette c’è un carcere che da, chiara, il senso di una condizione. E c’è una discarica che relega il bisogno di riscatto più indietro. Le Vallette è lo “sfortunato” quartiere di Torino che sembra essere nato per custodire quella parte della città un po’ meno considerata sin dagli anni ’50. Le Vallette per i torinesi è sinonimo ed epicentro della delinquenza giovanile e di tante situazioni sociali difficili, di disagio e povertà economica. Nonostante ciò, negli ultimi anni, “complice” anche la costruzione di nuove case e di attività commerciali di interesse comune per la città, le Vallette ha visto un netto miglioramento reso possibile in parte dalla posizione piuttosto vicina al centro cittadino rispetto alle altre periferie e, soprattutto, la buona volontà dei residenti che stanno lentamente portando ad una migliore considerazione di tutta la zona.
Il quartiere Begato di Genova
Tra i quartieri più pericolosi e malfamati in Italia, uno dei peggiori in assoluto, troviamo quello di Begato a Genova. Con il record poco invidiato di avere 1.723 persone seguite dai servizi sociali. Agglomerati di tetragoni edifici alveari, il quartiere Begato è un dormitorio che anche la stessa Caritas ha definito “discarica”, dove si sopravvive asserragliati, come sospesi nel mondo. Qui gli abitanti vivono in uno stato cronico di paura, taglieggiati anche nel prendere
l’ascensore. Il quartiere Begato è situato nella periferia di Genova ed è stato ribattezzato come il “Quartiere dei morti ammazzati”, il nome fa rendere bene l’idea. Tra carcasse di auto abbandonate ed edifici in completo stato di abbandono, inoltrarsi per le strade del quartiere Begato è a dir poco pericoloso e disarmante.