di francesco de rosa |


Chi ha detto che la Grande Distribuzione Organizzata, il mondo e le imprese del food, l’idea stessa di un supermercato debbano essere ostili sempre e contrapposte ai luoghi della cultura, delle opere storiche, artistiche o architettoniche? Il caso di Despar nata più di tre anni fa dentro il Teatro Italia di Venezia mostra che il connubio non solo si può fare ma che porta buoni frutti come poi è accaduto. Correva l’anno 2016 e il 28 dicembre riaprivano al pubblico veneziano, dopo anni di chiusura e abbandono, gli spazi dello storico Cinema Teatro Italia trasformato niente poco di meno che in un supermercato. Per l’occasione, quel giorno, Marino Fineschi, Amministratore Delegato di Despar Nordest si premuniva, immaginando polemiche, di fare, da subito, qualche precisazione. “Sappiamo – disse – che alcuni veneziani avrebbero preferito per il Teatro Italia una destinazione diversa. Crediamo però che, scegliendo la nostra azienda, la proprietà si sia assicurata un partner consapevole del privilegio e della responsabilità derivanti da questa eccezionale collocazione: avremo cura del Teatro Italia”. Tanto bastò, un semplice taglio del nastro alla presenza del personale e di qualche cliente curioso, presentatosi all’ingresso con largo anticipo rispetto all’inizio dell’attività, e, quel giorno, fu inaugurato, tra non poche polemiche e qualche titubanza, come era prevedibile, il supermercato Despar nell’ex Cinema Teatro Italia. La famiglia Coin aveva deciso così di affidare ad Aspiag Service (la concessionaria Despar per il Nordest) il compito di usare gli spazi storici del Teatro Italia. Un investito di oltre due milioni e mezzo di euro per il restauro e l’allestimento del palazzo messa assieme ad una somma analoga investita dalla proprietà. Assieme, la proprietà e Despar, per evitare ciò che da tutti, a buon diritto, era ed è considerato un gioiello del neogotico e del liberty d’inizio Novecento andasse in rovina dacché in disuso ormai da decenni. Si evitò che lo stabile finisse in completo decadimento e con esso tutti i “tesori” architettonici ed artistici che esso conteneva.

Un restauro dell’immobile condotto in stretta collaborazione e sotto il controllo della Sovrintendenza, così come l’allestimento del supermercato essendo la priorità quella del rispetto per il bene artistico e storico in cui doveva inserirsi il nuovo supermercato veneziano. Impianti a ridotto impatto ambientale con illuminazione full LED, posizionata direttamente sugli scaffali, per non danneggiare in alcun modo la struttura e gli affreschi; il recupero totale del calore prodotto dai motori dei banchi frigo, per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda a uso sanitario; un impianto di trattamento dei vapori per l’abbattimento di odori ed emissioni; le porte sui banchi e sui murali frigo per ridurre i consumi e limitare le dispersioni di temperatura e umidità. Le scaffalature basse, con la struttura in legno, che garantissero anche un agevole accesso visivo alla bellezza della sala furono solo alcuni dei capisaldi del ricupero. Un’area vendita di 580 metri quadri all’interno della quale trova spazio un assortimento di circa 8700 referenze, quasi esclusivamente alimentari. Un supermercato servito da 7 casse, di cui 4 automatiche (ma reversibili, cioè trasformabili all’occorrenza in casse tradizionali). Così dalle soluzioni ricercate per gli scaffali all’illuminazione fino agli impianti ogni cosa fu fatta tenendo conto della necessità di preservare l’integrità delle sale e delle decorazioni. In questo, probabilmente aiutati anche dal fatto che Despar aveva già avuto esperienza nel ricuperare ed abitare contesti pregiati. Da Trento a Verona a Vicenza. Con un occhio particolare dato a Trento dove l’Eurospar era stato inaugurato nel 2014 negli spazi rinascimentali del Palazzo Nogarola Guarenti. Furono spesi circa tre milioni di euro dall’azienda con l’impegno di proteggere e preservare le opere d’arte che erano all’interno dell’immobile.

A Venezia, il Despar nel Teatro Italia oggi si pregia oggi di essere considerato il supermercato più bello d’Italia e mantiene la vocazione culturale ed artistica. Orari di apertura lunghi: dalle 8 alle 21, sette giorni su sette. Per garantire continuità di servizio ai clienti e, al tempo stesso, il riposo dei dipendenti. Un organico del supermercato più nutrito di quanto normalmente lo sia quello di un punto vendita delle stesse dimensioni: ci lavorano 41 persone e ben 35 delle quali furono nuove assunzioni. Pensato per incontrare sia le esigenze dei residenti (tutto il necessario per una spesa quotidiana) che quelle di turisti, pendolari e studenti (con molti prodotti anche in take away) il supermercato ha attraversato (come accade tuttora) il tempo della pandemia resistendo non poco. Trovando nel servizio di consegna della spesa a domicilio adottato dopo pochi mesi dall’apertura un ottimo espediente con attivo un servizio di prenotazione per gastronomia, pane e pasticceria. In questi anni non sono mancati gli appuntamenti culturali. Come un martedì, 10 settembre 2019, quando il punto vendita Despar Teatro Italia di Venezia ha vissuto una giornata speciale ospitando Hillary Clinton, ex First Lady degli Stati Uniti e Segretario di Stato americano. In forma strettamente privata Clinton ha visitato l’installazione “Hillary: the Hillary Clinton Emails” di Kenneth Goldsmith, allestita proprio all’interno del punto vendita. Non sono mancati gli appuntamenti musicali nel corso di questi anni. Un plauso, quindi, un caso (che anche all’estero ci hanno invidiato) perfettamente riuscito di connubio tra food, GdO e cultura che val la pena di tenere a mente anche in futuro.