Mario Gasbarrino e la GDO, un legame di vita e di futuro

di francesco de rosa |


Sul numero dello scorso luglio 2020 nello spazio dedicato al percorso umano e professionale di Mario Gasbarrino, la collega Chiara Bertoletti raccontava con puntualità di certi amori e di taluni accostamenti. Mario Gasbarrino, dopo un periodo di pausa/ristoro ed alcune tappe che hanno fatto la storia della grande distribuzione italiana, ritornava in gdo dalla porta principale. Si sa, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Antonello Venditti – come citato da Chiara Bartoletti. Mario Gasbarrino è dallo scorso anno amministratore delegato della nuova centrale d’acquisto marca privata Decò Italia, nata dalla partnership tra MulticediGruppo Arena (entrambi all’interno del Gruppo Vegè).

Mite, attento ai valori che contano, il manager a cui tutti hanno sempre riconosciuto una grande competenza, non nasconde giuste contaminazioni: vita privata e lavoro si danno forza reciproca. Il sud d’Italia è un serbatoio d’emozioni. Un uomo della GDO non può essere incolto né improvvisato e non può non guardarsi attorno. Sono tutti cardini di un percorso già fatto e dell’altro da fare. Pronto anche a 68 anni a visitare punti vendita sparsi persino nei piccoli paesi di provincia per tessere le lodi di chi vi lavora dentro con passione e fatica quotidiana, Mario Gasbarrino nacque nel 1953. Si laureò in matematica all’Università di Napoli “Federico II”. Iniziò il suo percorso professionale subito dopo aver completato gli studi universitari, operando in qualità di buyer per Gruppo GS, ruolo che che ha ricoperto fino al 1987. L’ anno nel quale si trasferì a Catania in Sigros Spa, azienda leader della distribuzione organizzata siciliana in qualità di Direttore Acquisti, un ruolo che ricoprì fino al 1990. Nel 1991 da Catania salì a Milano quando Sigros, in quell’anno, fu acquisita da Rinascente. Comincia da lì una lunga e proficua carriera nel Gruppo dove Mario Gasbarrino ricopre diversi ruoli. Dapprima Direttore acquisti di Sma Supermercati (fino al 1994) poi Direttore Generale dal 1994 al 1996 del Gruppo Migliarini (anch’essa acquisita da Rinascente). Dal 96 al 98 è stato Direttore della Divisione Supermercati del Gruppo Sma. Poi Amministratore Delegato di Punto Franchising Sma (network commerciale con più di 1350 punti vendita su tutto il territorio nazionale). Un ruolo che ricoprì fino al 2005.
L’anno dopo, era il primo gennaio 2006, Mario Gasbarrino entrò in Unes dove ha ricoperto il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato di Unes Supermercati. Mario Gasbarrino oggi ha 68 anni, è sposato e ha due figlie. Una visione attenta ai cambiamenti dei tempi, al futuro della gdo come appaiono dopo l’esperienza del lockdown. Due anni fa la decisione di lasciare la gdo per una breve parentesi come consigliere nel CdA di Cortilia e presso la Everton delle famiglie Dodero e Donelli, realtà specializzata in tè, infusi e tisane. Un tempo breve prima di arrivare alla decisione di rientrare in gdo con Decò Italia.

Il racconto di un “matematico” prestato alla GDO (Grande Distribuzione Organizzata) che prova a riannodare i punto di contatto tra mondi apparentemente diversi. «Una causalità – dice Mario Gasbarrino nel corso di un’intervista che lo coinvolgeva per riannodare tutto il suo percorso umano e professionale.

«Laureato tardi, a 30 anni: dopo un biennio di ingegneria ho avuto una crisi mistica. Quindi ho deciso di godermi la vita, fare tutti gli sport possibili e alla fine la laurea più semplice era matematica e mi son laureato. Da quel punto ho cominciato a lavorare e non mi sono più fermato.
Iniziai per caso nel settore retail. Avevo mandato curriculum in giro ovunque nelle università per fare il docente. Poi trovo un annuncio: cercavano un giovane laureato di bella presenza, dotato di abilità relazionali. Ho mandato il cv. Erano 170 i profili. L’azienda vendeva prodotti e servizi fuori mercato di almeno 500 lire. E ai tempi 10 lire erano un sacco di soldi. Ho fatto carriera velocemente facendo post vendita. Avevo già dopo un anno macchina, comprato casa. Mollo tutto e vado a fare l’assistente buyer in GS. Taglio dello stipendio (rispetto al precedente), perso la macchina e un livello. Cambio ancora e finisco in Sicilia (non ci voleva andare nessuno da Milano) come vice direttore acquisti di una nuova cordata. Entro in Sigros. Ottima azienda. Ma dopo un anno viene venduta a Sma, gruppo rinascente. In Sma, rapidamente, sono diventato direttore marketing e acquisti. Mano a mano che l’azienda cresceva, successivamente, sono divenuto il responsabile acquisizioni. 18 anni. Poi arrivano i francesi di Auchan: da direttore supermercati divento AD canale franchising, la vera cassaforte del gruppo l’avevo creata io con circa 2000 punti vendita affiliati. Per un altro caso fortuito mi son trovato con Brunelli che mi aveva chiesto di fare l’AD di UNES. Ai tempi era un’azienda piccola. Qualcuno pensava mi avessero cacciato. 13 anni e mezzo ed un imprenditore che mi ha lasciato fare tutto. Ho raddoppiato fatturato con lo stesso numero punti vendita. Moltiplicato x 20 il contributo. Da 2 milioni son andato via a 47 milioni. Prima eravamo la cenerentola del gruppo, quando me ne sono andato eravamo la prima società del conglomerato guidato da Brunelli. Con il Viaggiatore Goloso (di seguito VG) ho preso un brand privato e l’ho portato da 2 a 180 milioni. Son stato il primo a fare un accordo con Amazon, con Brunelli potevo concedermi il lusso di non dover più essere politicamente corretto. Facevo quello che volevo e portavo risultati. La mia carriera è divisa in 3 parti. 1 compratore. 2 manager e direttore generale. 3 da innovatore Brunelli.
Uscito da UNES volevo solo fare il nonno e magari partecipare a progetti piccoli, quasi per hobby.
Son entrato nel cda di Everton, poi nel cda di Cortilia che fa e-commerce. Qualche settimana fa mi arriva questa proposta. Prendere una centrale acquisti, e fare leva per creare un private label. Deco’ già esiste ma la sfida di prendere tanti piccoli produttori e creare un brand che si identifichi presso i consumatori del sud, molto esigenti sul lato food, è una sfida che mi entusiasma. Con Nicotra, con cui ho lavorato da sempre, abbiamo davanti una bella sfida.»

Un racconto a braccio anche nelle pieghe dei sentimenti e dell’attualità di una pandemia che ha cambiato e cambierà anche la gdo. «Stiamo entrando in un settore – ricorda Mario Gasbarrino – dove si sommano due o tre fattori.  il mondo del retail già prima che l’e-commerce arrivasse era arretrato in Italia. È rimasto sempre lo stesso anche paragonato agli Usa: avevamo dei compiti da fare, non li abbiamo mai fatti.  il grande elemento disruptive l’arrivo delle-commerce, il risultato dello sviluppo tecnologico. Il mondo si potrebbe dividere prima dell’e-commerce e dopo l’e-commerce. Prima e-commerce il mondo era diviso in 2: l’industria produceva e il distributore vendeva. Ruoli ben distinti. L’arrivo di e-commerce crea un nuovo soggetto. Tutti quanti pensavamo che l’e-commerce ammazzasse il retail e invece anche l’industria di marca pagherà il prezzo. I 3 soggetti capiranno che dovranno conquistare il cliente e venderlo.
Amazon, tanto per citare un nome famoso, sta cominciando a creare le sue linee, i suoi prodotti. Anche l’industria alimentare deve avere uno “sbocco sul mare” altrimenti soffoca. Considerate la scelta di Campari che si è comprata Tannico.
stiamo esogena, recessione, dove prevedere cosa può succedere al mondo retail è ancora impossibile.
Come saranno i negozi del futuro? È importante chiarire che, a mio avviso, i negozi non spariranno. Diventeranno un elemento complementare al e-commerce. Il mercato spingerà ad avere meno negozi (perché una parte di merce arriverà direttamente a casa), più piccoli, più specializzati, quasi tutti sempre più omni-channel, sempre più monomarca. Le strutture banali e generaliste andranno ad estinguersi.
Con l’e-commerce, nel mondo dei consumi, abbiamo un cambio epocale come la caduta nel muro di Berlino: da due soggetti (URSS e Usa) a una realtà multipolare. Io non m’immagino i miei nipoti a fare la fila, ad un a cassa il sabato mattina, per comprare acqua minerale e carta igienica. Me li vedo ad ordinare dal cellulare e ricevere tutto a casa.»

Arrivati al momento dei consigli che si potrebbero dare oggi ad un manager che vuole avviare una sua attività, Mario Gasbarrino ha voglia di condividere messaggi che siano chiari per tutti e senza nessuna presunzione.

«Io sono un manager autodidatta. Non ho mai cambiato settore, sempre GDO. Poi ci sono i manager che fanno managerialità e si spostano trasversalmente in vari settori. A mio avviso una dote che un manager deve avere, se vuol cambiare, è la correttezza e la capacità di essere coerenti: si te stesso, sei quello che fai, se credi in una cosa fai quello che credi. Ancora di più oggi, con i social network, non puoi bluffare. Ci si mette un attimo a capire che sei un prodotto adulterato. In passato c’era modo di bluffare. È come per la grande distribuzione. È cambiato il concetto di valore premium: da un premium prestazionale a uno reputazionale. Pensate ai prodotti dei supermercati. La carne era più vivace, morbida, a prescindere di cosa contenesse. Il bianco più bianco lo ottenevi mettendo degli sbiancanti ottici. La frutta bella la lucidavi. Oggi queste cose non si possono più fare.
Lo stesso concetto si applica ai manager. Viviamo in un mondo dove i valori stessi stanno mutando, evolvendo. Non è solo importante avere la prestazione; è ormai importante comprendere a quale costo la ottieni. I manager devono comprendere che sono quello che sanno fare. Se dicono di essere capaci in qualche attività e poi non lo sono be… si sono giocati la credibilità.»

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