La Federal Reserve aumenta nuovamente i tassi d’interesse per contenere l’inflazione

Lo ha annunziato il primo giorno di febbraio il presidente Jerome Powell


Mercoledì 1 febbraio la Federal Reserve, la banca centrale americana, ha annunciato un nuovo aumento dei tassi di interesse di 25 punti base (in termini pratici dello 0,25 per cento), portandoli fino a un intervallo compreso tra il 4,50 e il 4,75%, il più alto dal settembre del 2007. È l’ottavo aumento consecutivo e ha l’obiettivo di cercare di contenere l’inflazione, cioè l’aumento generalizzato del livello dei prezzi. È al tempo stesso però un aumento minore di quello deciso negli ultimi mesi: l’ultima volta che la Federal Reserve aveva alzato i tassi d’interesse di 25 punti era il marzo dello scorso anno, e da lì in poi li aveva alzati per quattro volte di 75 punti e a dicembre di 50 punti. È un segnale che l’economia sta progressivamente migliorando e che l’inflazione sta gradualmente scendendo (come rilevato anche in Europa).

I tassi d’interesse sono quelli a cui le banche centrali prestano denaro alle altre banche, in pratica il costo del denaro. Storicamente, l’innalzamento dei tassi è lo strumento migliore a disposizione delle banche centrali per mettere l’inflazione sotto controllo, perché aumentando il costo del denaro si riducono i fenomeni che portano a un aumento dei prezzi.

Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha spiegato che è ancora presto per dire che l’economia mondiale sia effettivamente stabile, e che nei prossimi mesi è probabile che ci saranno ancora altri aumenti dei tassi d’interesse del livello di quello deciso mercoledì.

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