a cura dell’Ispi


L’UE ha deciso di stanziare 500 milioni di euro in armamenti per l’esercito ucraino. È la prima volta di sempre che l’Europa fornisce materiale bellico a un paese. Mentre è la prima volta dalla Seconda guerra mondiale che Germania e Svezia inviano armi verso un paese in guerra. Due “prime volte” che si sommano alla nuova ondata di sanzioni occidentali verso la Russia. Sanzioni persino più pesanti del previsto che, per la prima volta, attaccano direttamente una banca centrale delle dimensioni di quella russa (congelando parte dei suoi 630 miliardi di dollari di riserve), oltre ad estromettere (per la prima volta) alcune banche russe dal sistema SWIFT.

Qualcosa è cambiato

Insomma, nel giro di un fine settimana il mondo è cambiato profondamente. La NATO è sempre più attiva sul “fronte orientale”, con migliaia di nuovi soldati e mezzi. E i governi europei sono alle prese con la più grande revisione delle proprie posizioni sulla difesa da decenni: sono ormai 18 su 27 gli stati membri che invieranno armi a Kiev.

E Bruxelles? In teoria sarebbero proprio i Trattati a proibire l’uso del bilancio Ue per spese con “implicazioni nel settore militare o della difesa”. Ma neanche un anno fa si era trovata una scappatoia istituendo lo “Strumento europeo per la pace”: fondo che opera fuori bilancio, ma sempre con i contributi di tutti gli stati membri. Ecco come oggi l’Ue può inviare, per la prima volta nella storia, armi in un’area di crisi.

Misure straordinarie per tempi straordinari.

Piano inclinato

Assieme a Bruxelles, anche la Svezia ha deciso di rompere un tabù. Non è la prima volta che il governo svedese fornisce armi per contrastare le mire espansionistiche di Mosca: era accaduto nel 1939, contro l’Unione sovietica di Stalin che aveva dichiarato guerra alla Finlandia. Un contesto leggermente diverso.

E il blocco delle esportazioni di armi in paesi in conflitto in fondo una sua ratio ce l’aveva: oltre a tentare di favorire una risoluzione diplomatica rispetto a una violenta, inviare armi durante una guerra comporta grandi rischi. Il primo: non è semplice assicurarsi che le armi restino nelle mani degli attori “giusti”. E in questo caso ce n’è un secondo: che un’escalation militare dia a Putin il pretesto per azioni più sanguinose.