Il conflitto in Ucraina visto dalla parte dei bambini con “Save the Children”

La crisi tra Ucraina e Russia a cui stiamo assistendo in queste settimane non è scoppiata all’improvviso ma deriva da un conflitto in atto tra i due Paesi, iniziato nel febbraio del 2014.



Il conflitto Russo-Ucraino si incentra sullo status della Crimea e del Donbass. Sin dall’inizio del conflitto armato e fino alla fine del 2021, la situazione nell’area non ha subito particolari cambiamenti.

Per leggere gli ultimi aggiornamenti vai all’articolo: “Crisi Ucraina: le conseguenze umanitarie“.

Tutti coloro che hanno vissuto lungo la “linea di contatto” lunga circa 427 km, che divide l’area sotto il controllo del governo e la parte che invece ne resta esclusa, hanno pagato un pesante prezzo sulle loro vite, con un impatto drammatico sia dal punto di vista socio economico che della sicurezza. Un impatto che ha colpito in maniera pesante i bambini, costretti a vivere in un perenne stato di conflitto, che ha portato velocemente alla mancanza di accesso ai servizi, significativi segni di stress emotivo e all’impossibilità di accedere ad un’educazione sicura e di qualità. La situazione si è ulteriormente aggravata con l’arrivo della pandemia, aggiungendo ulteriore pressione sulla popolazione già molto provata.

LO SCOPPIO DELLA CRISI UCRAINA-RUSSIA A FINE 2021

Lo scoppio di una nuova crisi tra i due Paesi risale alla fine del 2021. A novembre dello scorso anno le tensioni sono improvvisamente cresciute, con l’invio da parte della Russia di 100.000 soldati nell’area di confine. Il governo ucraino, in accordo con USA e NATO ha alzato il livello di allarme per un possibile imminente attacco da parte di Mosca

Ne sono seguiti colloqui tra la Russia, gli USA e la Nato, da cui di fatto è rimasta esclusa la stessa Ucraina. La Russia ha avanzato richieste di garanzie di limitazioni delle azioni NATO nella regione, che includono il divieto di ulteriori allargamenti, il ritiro delle forze da paesi che si sono uniti all’Alleanza dopo il 1997 (un blocco di paesi che include buona parte dell’Europa orientale, dai paesi baltici ai Balcani). Queste richieste sono state ritenute inaccettabili per i paesi coinvolti, con il rischio di un fallimento del processo diplomatico.

I pericoli per i civili che vivono lungo la “linea di contatto” stanno crescendo di ora in ora e si segnalano a partire dall’inizio dell’anno numerose violazioni del cessate il fuoco. 

LA CRISI UMANITARIA NELLA REGIONE

Sono almeno 7,5 milioni i minori in Ucraina in grave pericolo di danni fisici, forte disagio psicologico e sfollamento, a seguito dell’escalation delle ostilità verificatasi alle prime ore del mattino. Nell’Ucraina orientale più di 400.000 minori vivono nelle aree ad alto rischio degli impatti diretti della presenza di soldati e artiglieria, che includono la possibilità di essere feriti o uccisi da pistole, mine e armi esplosive, o di essere sfollati dalle loro case. A partire da lunedì, almeno 100.000 di essi e le loro famiglie hanno già lasciato le loro case e attualmente si trovano presso amici, parenti e estranei, spesso in condizioni anguste.

Per portare loro soccorso, abbiamo bisogno del tuo aiuto.

DONA ORA

COSA CHIEDIAMO

Chiediamo urgentemente a tutte le parti in conflitto di accettare l’immediata cessazione delle ostilità, per ridurre il rischio per la vita e il benessere dei bambini e delle bambine. Mentre le ostilità sono in corso, tutti gli attori devono rispettare il diritto umanitario internazionale, assicurando che i civili e le infrastrutture civili, come scuole e ospedali, siano protetti dagli attacchi.

Cosa stiamo facendo

Lavoriamo con i nostri programmi in Ucraina dal 2014, supportando la popolazione attraverso interventi umanitari essenziali ai bambini e alle famiglie colpiti dal conflitto. Distribuiamo kit igienici, kit per l’inverno, cibo, medicine e denaro per coloro che si trovano in maggiori difficoltà e che possono investire per provare a dare vita ad una nuova attività che crei reddito per la famiglia. 

In particolare ci impegniamo a garantire che i bambini abbiano accesso a un’educazione sicura, inclusiva e di qualità, attraverso scuole e centri comunitari, in cui vengono supportati anche attraverso percorsi di aiuto per affrontare le difficoltà psicologiche generate dal conflitto. 

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