L’Ucraina è al freddo e al buio. Ecco l’ultima arma di Putin per vincere una guerra folle

Quella che doveva essere una guerra lampo per Putin si sta rivelando una guerra disastrosa che mina l’immagine del leader potente in patria. Senza parlare dell’isolamento internazionale che la Russia sta subendo e degli ingenti investimenti economici che una guerra così lunga e così disastrosa richiede. Così mentre l’Europa si accaparra le scorte di gas per i mesi freddi Putin bombarda ogni giorno le infrastrutture critiche per piegare la resistenza ma soprattutto per colpire centrali elettriche e ogni altra infrastruttura da cui si eroga acqua, luce, gas. L’Ucraina ora è al buio dacché, come sottolinea Zelensky, “In una settimana distrutto il 30% delle nostre centrali elettriche. Situazione critica, ma non molliamo.”


di dorina ilenasca


Porro ha bene messo in luce ciò che sulla mappa del mondo in queste ore diventa evidente. C’è un buco nero in mezzo all’Europa, si chiama Ucraina. Dalle mappe satellitari della NASA emerge l’entità della tragedia che sta colpendo il Paese martoriato dall’aggressione russa. Putin e i suoi gerarchi hanno deciso l’ennesima azione criminale volta a mettere in ginocchio una nazione che non ha intenzione di arrendersi: spegnere un intero Paese, lasciarlo al buio, farlo morire di freddo.

Il Parlamento europeo ha votato quasi all’unanimità (con eccezione dell’estrema destra, dell’estrema sinistra, del Movimento 5 Stelle e di parti del Pd) una risoluzione si dichiara la Russia “Stato terrorista”. Così pur se criticata e ritenuta da alcuni come “inutile”, mentre da altri “controproducente”, essa è pur sempre un atto dovuto in una guerra dove più che mai è necessario definire le cose per quel che sono. Chi invade un paese sovrano e lo bombarda ogni giorno dallo scorso febbraio è, senza dubbio, uno stato terrorista. Si tratta non altro che di un’aggressione unilaterale perpetrata da un regime autoritario dai tratti marcatamente paranoici contro una democrazia sovrana, condotta con tattiche terroristiche e tali da voler suscitare il terrore tra la popolazione e diretta all’annientamento dell’Ucraina come nazione. Per questo, osservata dal punto di vista delle vittime e di chi ne sostiene la lotta per la sopravvivenza, essa è anche la prima guerra di resistenza e di indipendenza propriamente detta dall’inizio del XX secolo in Europa. Senza dubbio una battaglia eroica, che unisce esercito e civili, condotta senza la partecipazione diretta degli alleati e senza contrattacchi sul territorio dell’invasore.

Non a caso c’è chi ha evidenziato che proprio questo è un elemento differenziale rispetto alla Seconda Guerra Mondiale nel tratto in cui il territorio tedesco ad un certo punto fu coinvolto nel conflitto e pesantemente castigato dalle forze anti-naziste. L’Ucraina, diversamente dovrà salvarsi da sola. Ma la sua salvezza sarà anche la nostra cioè dell’Europa intera, soprattutto se la guerra dovesse concludersi con una disfatta e una ritirata dell’esercito russo. Intanto i bombardamenti degli ultimi giorni stanno colpendo le centrali elettriche e le infrastrutture, comprese le installazioni utilizzate per la produzione di energia nucleare. Si tentò di fare la stessa cosa sin dall’inizio dell’invasione quando si erano avute avvisaglie. Poi dopo la ritirata da Kherson l’attacco russo è stato a tappeto e trasversale (da Est a Ovest) concentrato contro le fonti di alimentazione del Paese. Si tratta di un’azione disperata per la Russia che vuole in questo modo ribaltare l’andamento delle guerra ed è, per questo, diventata tale strategia la principale arma di Mosca per piegare la resistenza militare e civile degli ucraini. Negli ospedali si effettuano interventi chirurgici con la luce delle torce.

Un’azione da considerare, senza alcun dubbio come un crimine nel crimine che può riproporre l’esodo di milioni di cittadini verso i Paesi confinanti. Deriva di una barbarie dei russi per attuare di fatto una guerra totale assai simile alle immagini della Seconda Guerra Mondiale dove si agiva per prendere le città dopo averle costrette alla fame, al freddo e a migrazioni massicce. Il paragone viene facile e da più parti con l’Holodomor che fu, non a caso, la carestia venuta dopo la collettivizzazione staliniana iniziò negli anni ‘30 del secolo scorso e riuscì a decimare la popolazione dell’Ucraina. Oggi il crimine è abominevole e assomiglia molto a quel momento buio ma il massacro che provocò si può ancora evitare. Per questo motivo l’UE sta correndo ai ripari e in soccorso di Kiev. Ursula von der Leyen, ha annunciato, solo poche ore fa, l’invio in Ucraina grazie alle donazioni fatte dal Paesi Ue e alle riserve dell’esecutivo “il più rapidamente possibile di 200 trasformatori di medie dimensioni e un di grande autotrasformatore dalla Lituania, un autotrasformatore di medie dimensioni dalla Lettonia e 40 generatori“. Inoltre, l’Ucraina, importerà dall’Europa energia elettrica, così come ha spiegato il capo del consiglio di amministrazione di Ukrenergo, l’operatore di rete statale ucraino Volodymyr Kudrytskyi. “Sono necessari meccanismi speciali per garantire queste importazioni perché il prezzo dell’elettricità in Europa è più alto che in Ucraina“, ha affermato Kudrytskyi.

Nel frattempo gli stessi soldati dell’esercito di Mosca in questo gelo che è già siderale muoiono congelati poiché mal equipaggiati, senza rifornimenti, probabilmente senza cibo, molti di loro giacciono come in dormiveglia all’interno di piccole trincee di fortuna, in evidente stato ipotermico. Immagini che nonostante la censura sono arrivate in patria tanto che Putin ha messo in scena un incontro/farsa con le madri di alcuni soldati che tali non erano presso il Cremlino. Sullo sfondo la mobilitazione di 300 mila giovani russi (una generazione di ventenni) mandati al macello da una logica che resta folle, omicida e suicida al tempo stesso.

Nella foto l’incontro/farsa tra Putin e alcune madri di soldati (finte)

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