E tu sei empatico o individualista? Ora uno studio ci rivela dove nascono le differenze

Siete empatici, generosi, altruisti? Avete insomma quello specifico tratto della personalità definita nel linguaggio psicologico amicalità? Una nuova ricerca della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste appena pubblicata sulla rivista NeuroImage fa luce sui meccanismi cerebrali alla base di questi tratti.


Se ne discute da anni in ambito scientifico ma anche motivazionale. Ne parlano imprese, sociologi, psicologi, motivatori, comunità universitarie. Da una parte quelli (in realtà molto pochi) che sanno mettersi accanto di chi ascoltano. Sanno prefigurarne le aspettative, condividerne i sogni, capirne le paure, gli ostacoli mentali, le difficoltà e risolvono assieme a loro ciò che si presenta come insidia, incomprensione, scontro. Dall’altra parte gli sfrenati individualisti che sono tantissimi e sono quelli che non sanno ascoltare o ascoltano con molta fatica. Quelli che non sanno mettersi accanto ai loro interlocutori con i quali tante volte vanno in conflitto. Che siano amici, colleghi di lavoro o finanche familiari. I dissidi nascono per questo. Per l’incapacità di vedere solo le proprie necessità, i bisogni, le aspettative, il proprio punto di vista. Ora, a fare chiarezza su un tema cardine, un mondo infinito e su una capacità alla quale anelano in tanti ci pensa uno studio realizzato da SISSA, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. Una ricerca condotta da Sandra Arbula e Elisabetta Pisanu e coordinata dalla professoressa Raffaella I. Rumiati che è scesa nei dettagli, dentro i meccanismi che regolano il nostro cervello. Così è apparso chiaro quanto le persone più distaccate e individualiste sembrano elaborare in modo simile contesti sociali e non sociali secondo i pattern di attivazione simili che si verificano nella corteccia prefrontale associati e che sono stati osservati rispetto a questi due tipi di informazione.

La Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati è stata fondata nel 1978 ed è un centro scientifico di eccellenza in termini nazionali e internazionali. Si trova nella città di Trieste e conta circa 70 professori, 120 assegnisti di ricerca, 300 studenti di dottorato e 120 persone con mansioni tecnico-amministrative . Situata in una posizione scenografica, sull’altopiano carsico, la Scuola è circondata da un parco di oltre centomila metri quadri e offre un spettacolare panorama sul Golfo di Trieste. Tre sono le principali aree di ricerca della SISSA: Fisica, Neuroscienze e Matematica. Tutto il lavoro scientifico condotto dai ricercatori della SISSA è pubblicato regolarmente sulle principali riviste internazionali ad alto impact factor, e frequentemente pubblicati su riviste prestigiose come Nature e Science. Il livello qualitativo della ricerca è ulteriormente confermato dal fatto che nel competitivo ambito dei fondi europei, la SISSA ha una posizione di rilievo tra le istituzioni scientifiche italiane in termini di finanziamenti alla ricerca ottenuti, in relazione al numero dei ricercatori e professori. Questa leadership si evidenzia anche nell’abilità di ottenere i fondi, provenienti sia dal settore privato sia pubblico, come i PRIN.

La sede di SISSA a Trieste

Lo studio pubblicato su NeuroImage ha evidenziato che nei soggetti con più alti livelli di empatie e amicalità i pattern di attivazione in questa stessa area sono più dissimili tra i due tipi di situazione sociale e non sociale. Questo risultato suggerisce che, in un contesto sociale, le persone con livelli elevati di amicalità sono in grado di mettere in campo quelle abilità che risultano importanti e più utili per la riuscita dell’interazione con il prossimo.

Un’evidenza, questa, che non dovrebbe sorprenderci: infatti l’empatia (o amicalità) di un individuo è associata a caratteristiche quali la condivisione, la cooperazione e la generosità che richiedono la capacità di cogliere aspetti cognitivi, emotivi e motivazionali dell’altro nelle situazioni sociali. In prospettiva, questi risultati potrebbero contribuire allo sviluppo di test di personalità più obiettivi ed efficaci, includendo una verifica dell’amicalità di un individuo anche sulla base della sua risposta cerebrale a stimoli diversi.

(©) francesco de rosa | giornalistaderosa@gmail.com


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