Nel 2021, a 100 anni dalla morte di Enrico Caruso
di Girolamo De Simone
Riccardo Laganà, consigliere di amministrazione della RAI, auspica degne celebrazioni per Enrico Caruso, di cui ricorrono nel 2021 i cento anni dalla morte e, nel 2023, i centocinquanta dalla nascita. Le due date disegnano un arco temporale lungo il quale si potranno allestire programmi e iniziative adatte a ricordare la figura di quello che fu definito come “il più grande tenore del mondo”.
“Nei prossimi tre anni – ha dichiarato Laganà – per la RAI si presenta dunque l’occasione di celebrare Caruso con una varietà di contributi di valore eccezionale: due anniversari potenzialmente in grado persino di conferire all’Italia una condizione favorevole in più nelle relazioni internazionali in termini di simpatia e considerazione per il suo Artista universalmente più celebre di tutti i tempi”.
L’iniziativa di Laganà ha raccolto subito consensi e apprezzamenti, tra cui quello di Riccardo Caruso, pronipote del tenore, per il quale, è “una bellissima cosa la lettera di Riccardo Laganà su Enrico Caruso, il nonno di mio padre. Spero che vada subito in buca la palla lanciata oggi dal consigliere perché la Rai si metta alla guida di tutte gli eventi che celebreranno la nascita e la morte del mio bisnonno, da Napoli a New York passando per la Toscana” (fonte: Adnkronos).
Nella lettera si fa cenno alla possibilità di attuare una sorta di riconciliazione tra l’Artista e la sua città. Come riporta Pietro Gargano: “Napoli neanche dopo la morte è stata giusta con Caruso. Gli ha dedicato una strada minore e l’Istituto Tecnico Commerciale dell’Arenaccia. Nel suo quartiere gli ha eretto un busto ma è sempre circondato dalla monnezza e sfregiato dall’incuria, nonostante i continui restauri. La lapide sul balconcino della casa natale è sbiadita dalla pioggia e dal tempo. A quel balcone si affacciò Luciano Pavarotti. Nell’ottobre 2000 la cappella di Caruso nel cimitero di Santa Maria del pianto è stata profanata (…)”. Gianni Cesarini, voce storica della critica partenopea, coautore di una delle più importanti biografie su Caruso, riporta in una nota apparsa qualche tempo fa sul suo blog: “non svanisce la commozione nel riascoltare Caruso. Mi limito in questo frangente solo alla canzone napoletana, confermando che, restando tra i tenori lirici interpreti di canzoni napoletane, Enrico Caruso segnò indelebilmente un’epoca, restando insuperato”.
Quali le iniziative da intraprendere? Certamente s’auspica il coinvolgimento del San Carlo e del Conservatorio di Napoli. Se si vorrà però incidere davvero nel tessuto vivo della città non basterà limitarsi ad iniziative convenzionali, ma si dovrà interagire con i giovani del licei musicali e delle scuole a indirizzo musicale e – soprattutto – con i musicisti che operano concretamente nei vicoli della città, vale a dire che si dovrà raggiungere il rizoma pulsante e attivo, la Napoli delle pieghe e della “resistenza silenziosa degli uomini necessari”. La Napoli di Antonio Neiwiller, di Luciano Cilio, di Antonio De Santis. In altre parole, arrivare al nocciolo di ciò che in futuro potrà invertire la triste permanenza delle “memorie inconciliate” di Partenope. Immagino, a titolo d’esempio, la possibilità di commissionare ai compositori opere elettroniche che dialoghino esplicitamente con la voce di Caruso, attraverso processi di sintesi e di rielaborazione; penso a istallazioni permanenti, anche al San Carlo, che costituiscano meta di percorsi formativi scuola/lavoro, cioè con accesso attivo del “far cultura” da parte di migliaia di musicisti-studenti; e a concerti che propongano quali protagonisti i più grandi interpreti napoletani. Non solo cantanti ma anche strumentisti e direttori di prestigio, attraverso trascrizioni storicizzate delle più celebri esecuzioni di Caruso. Immagino residenze artistiche; e, infine, presenze televisive che non siano tratte dal solo mondo del pop, ma vengano mutuate dalla scena ‘popular’, nell’accezione più vasta e coinvolgente – anglosassone – del termine…
La lettera di Laganà
“Il 2 agosto del 2021 saranno 100 anni dalla morte di Enrico Caruso e il 25 febbraio del 2023 i 150 anni dalla sua nascita. Un arco temporale di due anni e mezzo ideale per marcare la celebrazione della più importante voce della storia della musica, “il tenore dei tenori”, un italiano ancora oggi famoso e ascoltato in tutto il mondo.
Ritengo che la RAI debba patrocinare e coordinare tali ricorrenze, non soltanto con l’allestimento di programmi per ricordarne la figura e le interpretazioni, e proprio in quanto maggiore azienda culturale del Paese promuovere le più prestigiose iniziative in proposito attraverso un’azione diretta a consentirne l’appropriata visibilità. Un esempio: la biografia di Caruso ci rammenta di incomprensioni mai completamente risolte tra l’Artista e la sua Napoli. Questa dovrà essere l’occasione di una definitiva riconciliazione tra un Nome e una Città parimenti essenziali nell’impronta genetica della Musica mondiale.
Il CPTV di Napoli potrebbe dunque essere un solido fulcro attorno al quale organizzare l’evento.
Per la RAI sarà la straordinaria opportunità di armonizzare le manifestazioni su scala internazionale, a partire dalla comunità italiana a New York sicuramente molto interessata all’evento, insieme a tutti i soggetti eventualmente interessati a collaborare in concorso con le istituzioni culturali e musicali che da tempo si occupano di custodire le memorie del grande tenore.
La televisione di Stato anche in questi ultimi anni ha spesso ricordato l’Artista. Nel 2009 con il lungometraggio “La voce di Enrico Caruso” realizzato per il Tg2 dal giornalista Michele Bovi e lo scrittore Pasquale Panella la RAI si aggiudicò il Golden Mediamix per il migliore programma prodotto dalle televisioni europee: lo stesso documentario del Tg2 venne inoltre proiettato in contemporanea in 20 teatri italiani, a partire dal Foyer del Teatro dell’Opera di Roma dove Enrico Caruso si era esibito 110 anni prima. Nel 2012 Raiuno propose la miniserie “Caruso, la voce dell’amore” interpretata dal tenore Gianluca Terranova e l’attrice Vanessa Incontrada e sempre Raiuno in collaborazione con il Comune di Sorrento ha trasmesso diverse edizioni del “Premio Caruso”, assegnato di volta in volta ad artisti per varie analogie in sintonia con la sua immagine storica e musicale, come Lucio Dalla, Carla Fracci, Andrea Bocelli, Vittorio Grigolo.
Nei prossimi tre anni per la RAI si presenta dunque l’occasione di celebrare Enrico Caruso con una varietà di contributi di valore eccezionale: due anniversari potenzialmente in grado persino di conferire all’Italia una condizione favorevole in più nelle relazioni internazionali in termini di simpatia e considerazione per il suo Artista universalmente più celebre di tutti i tempi.
Tanto premesso chiedo all’AD e Presidente di valutare l’opportunità di avviare tutte le procedure necessarie al fine di poter ricordare al meglio un grande artista che ha dato lustro al nostro paese”.
Riccardo Laganà, consigliere di amministrazione RAI.