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Sei tracce che vanno dalle “sacre campane del Tibet” a “corale per Lorenzo”, da “piccola invenzione bimodale” a “pezzo fantastico” fino a “liturgie du Souffle” che è l’ultima delle sei e con dentro il titolo del disco pensato, per un compositore pure avvezzo a componimenti classici, del tutto avulso da formalità e riti mettendosi nei panni di chi la musica l’ascolta per cercare emozioni inesplorate e giammai tecniche d’esecuzione. “Liturgie” è un lavoro discografico nato da una commissione della Fondazione Morra di Napoli, in occasione di una mostra dedicata al poeta Henri Chopin nell’aprile del 2024. In luoghi dove il musicista e compositore napoletano Girolamo De Simone ha non solo registrato i brani ma anche donato un “pezzo” di sé per quel puro esercizio filantropico che fa bene ad ogni collettività artistica e culturale: un pianoforte fatto da lui restaurare ed appartenuto a Luciano Cilio di cui Girolamo De Simone è tra i maggiori estimatori, studiosi ed interpreti.
di francesco de rosa
Per capire il senso ed il significato di un disco che, prima ancora di ascoltarlo, ha percorso a tappe quei tratti di vita interiore di chi quelle musiche ha composto bisogna andare a leggere la nota di pubblicazione che il musicista e compositore Girolamo De Simone, tra i più noti e stimati della musica di frontiera da quando in pochi nemmeno riuscivano a darle “diritto di cittadinanza” nel panorama delle composizioni contemporanee. Ma lui, agitatore culturale, come ama definirsi, fuori da ogni schema e da ogni coro o salotto/bene, è andato avanti, in tutti questi anni, con tenacia, passione e con quella stessa uguale intensità umana ed artistica che condivide da anni con ciascuno dei suoi alunni in uno dei licei musicali più noti ed attivi di Napoli che fa ponte e fucina con il teatro San Carlo. Che sforzando, egli, quella sua connaturale inclinazione a non volersi ad ogni costo e sempre mettere in mostra ha, per fortuna, disseminato la sua pur lunga carriera (nascendo egli nell’anno ’64 alle pendii del Somma) di studi, storie, approfondimenti, progetti, articoli e libri, composizioni, avanguardie e “nastri ritrovati”. Sicché questo disco arriva a “mixare” stati interiori, esperienze e mondi diversi, passioni e tecniche affinate sempre di più in questi anni da Girolamo De Simone (girolamodesimone.net).
Questo nuovo disco arriva così a colmare un’attesa che lo stesso Girolamo De Simone sottolinea oggi: «Dopo qualche anno, esce un mio nuovo lavoro discografico. Il titolo, “Liturgie”, allude a una modalità particolare del far musica, che, sin dal momento della composizione, è quasi un rituale capace di scatenare una differente consapevolezza, laddove la percezione dell’altro da sé viene enfatizzata e resa rutilante movimentazione dell’attimo presente. L’azione/ movimento, in questa musica, la sua drammaticità, è forse nell’entrata/uscita dall’individualità, sorta di ‘inveramento’, di accesso al suono o al silenzio che si verifica già a partire dalla composizione, con una sorta di stenografia manoscritta basata su ’punti d’appoggio’ o di ‘sottrazione’, e che si trasferisce poi ad una esecuzione-performance non priva di componenti improvvisative [dinamiche, trasformazione di piani e sonorità, talvolta frasi o intere sezioni: un solve che fa pendant al segno / coagula]».
«Il lavoro – continua Girolamo De Simone – nasce da una commissione della Fondazione Morra di Napoli, in occasione di una mostra dedicata al poeta Henri Chopin nell’aprile del 2024. Ho immaginato di compiere per l’opening della mostra una performance che fosse quasi un rituale, con un officiante, una sorta di intermediario che coglie brandelli di luce laddove possibile, e una particolare ‘liturgia’, composta tutta di miei brani sia pianistici che elettronici. L’elettronica si avvale della sintesi granulare e delle ‘inflessioni’ particolarissime che questa tecnica consente, pur partendo da suoni timbricamente caratterizzati, come quelli di un pianoforte o di una voce. Talora il momento elettronico e quello dell’esecuzione pianistica vengono integrati o fusi, in molteplici modi. Ad esempio, mentre ‘Ki’ è fatto di suoni estratti da rami, fiati, corde, campane di vetro e… silenzi, il ‘Pezzo fantasico’ muove da cellule pianistiche estratte da Robert Schumann, e riproposte sia nella traccia elettronica che dal vivo, al pianoforte, con tecniche che simulano timbri di elaborazione digitale. Il brano ‘Liturgie du souffle’, che dà in parte titolo a questo cd, è a sua volta un rituale sul soffio/fiato, coazione liturgica con evenienze pianistiche che si aggrappano [gelide gemme agli acuti oppure bassi rutilanti] a una texture, una tessitura, un ordito elettronico. Forma di memoria e simbolo di trasfigurazione è l’omaggio – nemmeno troppo implicito – alla musica francese, qui decostruita in cellule anche minimali, che si muovono quasi in contrasto con gli esperimenti vocali ed elettroacustici di Henri Chopin. Altri brani sono vettori di senso, sempre in direzione della musica francese (ad esempio l’omaggio alla visione esoterica di Erik Satie con una versione rivisitata di un mio antico brano, ‘La settima Gnossienne’) o verso il futuro, con il ‘Corale per Lorenzo’ e la ‘Piccola invenzione bimodale’, che esplorano nuove tecniche armoniche e una concisione tematica quasi aforistica. Ogni traccia del disco è riprodotta così come avvenuto nella performance live, con lo scopo di proporne documentazione e ricordo, ma anche con la finalità di salvare quello spazio di propulsione e accoglienza che, magicamente, è parso davvero condensarsi, per circa mezz’ora, tra quanti hanno assistito a queste ‘Liturgie’, dentro e fuori il suono». Di seguito un promo video del nuovo disco dal canale youtube di Girolamo De Simone…
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