Gli italiani hanno speso meno per il cibo nella seconda settimana di giugno


di francesco de rosa |


Se c’è un luogo, ed un settore, con cui possiamo misurare la ripresa economica in Italia dopo il trauma del lockdown questo è certamente quello dei consumi alimentari. Il cibo è un bene primario. Un modo per esorcizzare le difficoltà, un crocevia per capire cosa accade nel Paese passo dopo passo. Anzi, come in questo caso, fase dopo fase covid. Dagli Iper ai Super, dal libero servizio ai discount fino agli specialisti drug l’orizzonte dei luoghi dove gli italiani vanno a comprare e a scegliere il cibo è variegato e porta con sé molti segni “premonitori”. Il dato che, in questo caso, li accomuna emerge chiaro dalle rilevazioni Nielsen. Dicono che nella settimana dall’8 al 14 giugno il giro d’affari è diminuito dell’1,05%. Che a livello di macro-aree è riuscito a mantenere il segno positivo solo il Nord-ovest (+0,75%), mentre ad andare peggio di tutte le altre aree sono state quelle del Centro (-3,13%) come emerge dai grafici che seguono.

La rilevazione Nielsen della prima settimana di giugno 2020

In effetti, lo si poteva capire anche nella prima settimana di giugno con la riapertura delle “frontiere” regionali del 3 giugno. Sette giorni dopo è arrivata la conferma: gli italiani non preoccupati più di restare in casa senza cibo si sono ritrovati a fare i conti con la realtà economica dissestata dal covid. Così si è passati da quel +0,79% dei primi sette giorni del mese (1/7 giugno) al primo vero e proprio ribasso della seconda settimana con un -1,05 del giro d’affari che si muove attorno al cibo. Numeri ben diversi di quelli fatti registrare quando l’epidemia scoppiò a febbraio diminuiti lentamente. Sono così in tanti oggi gli osservatori che preannunziano improvvise punte in alto di guadagni seguiti da inaspettati ed improvvidi ribassi. Il calo delle vendite ha interessato l’intero territorio nazionale se si fa eccezione per il Nord-ovest, unica macro-area che chiuso, come detto in positivo (+0,75). Ha sofferto il Centro (-3,13%) ma anche il Nord-est (-1,13%) ed il Sud (-1,54%). Un risultato determinato anche dalla voglia degli italiani ad uscire di casa e a passare più tempo fuori casa dopo mesi di lockdown. Non a caso bar e ristoranti stanno lentamente ma decisamente ritornando a vedere la luce.

Nel frattempo l’Osservatorio economico di Mestre mette sul tavolo qualche dato ulteriore e azzarda previsioni. Che la crisi post covid non potrà essere superata in breve tempo. Che dovremo abituarci a cambi di segni inversi davanti ai numeri della ripresa. Che alcuni settori (artigianato, turismo, piccole e medie imprese) potranno soffrire di più e più a lungo e la loro sofferenza potrà cadere per intere sui nuclei familiari, sul potere di acquisto degli italiani anche attorno ai temi di prima necessità.

Gli Stati Generali dell’Economia che si sono conclusi a villa Pamphili in Roma e che italiaore24.it ha seguito in prima linea hanno detto alcune cose attorno alla ripresa possibile. Hanno parlato di alta velocità, pagamenti elettronici, fibra ottica per tutti, transizione energetica, taglio del cuneo fiscale e incentivi alle imprese per “un’Italia più inclusiva”. Sono stati questi alcuni dei “pilastri” annunciati da Giuseppe Conte dopo i nove giorni di confronto. Alcuni di questi punti sono stati sintetizzati nella conferenza stampa conclusiva della quale vi diamo un estratto con un servizio dei colleghi di siderweb. In ogni caso, il mondo della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) sarà certamente il primo ad accorgersi che gli italiani potranno più velocemente e per davvero uscire da un crisi unica nel suo genere per la quale l’Europa ha stanziato danaro come mai prima.

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