Originario del Sahara Occidentale, Il popolo saharawi è un gruppo etnico risultato della fusione tra popolazioni berbere e tribù arabe, di religione musulmana sunnita e lingua araba. La loro storia è segnata da una lunga lotta per l’autodeterminazione, iniziata con la colonizzazione spagnola e proseguita con l’occupazione marocchina e mauritana. Oggi, una parte del popolo vive nei territori occupati dal Marocco, mentre molti altri risiedono nei campi profughi in Algeria, in attesa di un referendum per l’indipendenza. E un’altra sua piccola parte, giovanissima, è arrivata a Napoli.
di marta quaglia
NAPOLI – Un’onda di solidarietà e un tangibile messaggio di speranza hanno pervaso Napoli lo scorso 11 luglio, quando la città ha calorosamente accolto un gruppo di undici bambini Saharawi di 10 anni, giunti dai campi profughi nel deserto dell’Hammada in Algeria. La loro visita, orchestrata dall’Associazione Tiris OdV, non si è limitata a controlli medici e attività ricreative, ma si è trasformata in un potente simbolo di connessione tra culture diverse.
Dal 2014, l’Associazione Tiris OdV si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica sul conflitto che affligge il popolo Saharawi da mezzo secolo, in attesa di un referendum per l’autodeterminazione. Questi bambini, accompagnati da tre adulti madrelingua, incarnano la resilienza di una comunità divisa da un muro ma unita dal desiderio di preservare la propria identità culturale e costruire un futuro. Grazie all’impegno di enti, associazioni e numerosi volontari, i piccoli ospiti hanno ricevuto cure mediche essenziali (odontoiatriche, pediatriche, dermatologiche e analisi ematologiche), trasformando la loro permanenza in un’immersione in una realtà stimolante e ricca di opportunità.
Accoglienza e Integrazione: Un Modello nella 6^ Municipalità
La 6^ Municipalità di Napoli ha fatto da cornice ad un evento esemplare di accoglienza e integrazione. L’IC 46 Scialoja Cortese Rodinò, sotto la guida della Dirigente Dott.ssa Rosa Stornaiuolo, ha aperto le sue porte ai piccoli Saharawi nell’ambito del campo estivo “L’arcipelago del rispetto”, un tema perfettamente in linea con lo spirito dell’iniziativa. La sinergia tra la scuola, il Centro Ester per le attività ludico-ricreative e l’Associazione FAST per i trasporti, ha dimostrato il potenziale della collaborazione locale nel favorire un’accoglienza calorosa e organizzata.
Una Giornata Ricca di Emozioni e Scambi Culturali
La giornata è stata un turbinio di emozioni e scambi significativi. I bambini hanno preso parte a svariati laboratori, tra cui attività grafico-pittoriche, tinkering, arte circense, gioco-motricità, musica e movimento. Hanno gustato la tipica pizza napoletana e si sono divertiti con giochi circensi. Il pomeriggio ha regalato una gioiosa visita al lungomare di Portici e una calorosa accoglienza da parte del Sindaco di Portici, Dott. Vincenzo Cuomo. Il Sindaco ha abbracciato con affetto i piccoli ospiti, esprimendo il desiderio e l’auspicio che tutti i bambini del mondo siano protetti da ogni forma di violenza e guerra. La giornata si è conclusa con una rinfrescante degustazione di gelato. Al termine di questo intenso momento di condivisione, ai bambini Saharawi è stato consegnato un attestato di partecipazione e un kit ricordo della scuola (cappellino, maglia, zainetto e borraccia). In un gesto di profonda gratitudine, i bambini Saharawi hanno ricambiato con piccoli oggetti artigianali che richiamano i colori della loro terra, a testimonianza che “dai piccoli gesti nascono grandi cose, a piccoli passi si costruisce una pace giusta e duratura”.
Le Voci dell’Accoglienza: Empatia e Cittadinanza Attiva
La Dirigente Scolastica Rosa Stornaiuolo si è detta estremamente soddisfatta dell’iniziativa. “Creare un legame diretto tra le nostre comunità locali e realtà internazionali complesse come quella del popolo Saharawi è fondamentale e di grandissimo valore,” ha affermato. “Queste esperienze umanizzano il conflitto, trasformando una crisi astratta in un incontro tangibile che genera empatia e solidarietà. Sono un’opportunità unica per l’educazione e la consapevolezza delle nostre comunità, con i bambini che diventano veri ‘ambasciatori’ di una causa cruciale. Offrono un sostegno concreto, rafforzano i legami internazionali e promuovono lo sviluppo della cittadinanza attiva. Sono ponti che collegano cuori e menti, trasformando la compassione in azione e aprendo la strada a collaborazioni sempre più strutturate e di ampio respiro”. La Dirigente ha inoltre ringraziato sentitamente la Presidente dell’Associazione Tiris, Francesca Doria, per aver donato alla comunità di Napoli Est un momento così prezioso di bellezza e condivisione.
Anche il Presidente della 6^ Municipalità, Sandro Fucito, ha espresso il suo entusiasmo: “Napoli è gemellata da anni con il popolo Saharawi. È motivo di speranza vedere l’ospitalità rinnovata grazie all’Associazione Tiris e constatare che i bambini Saharawi hanno incontrato coetanei di una realtà vivace e creativa come la scuola Scialoja-Cortese-Rodinò. Questa scuola, con il suo campo estivo e le sue attività, è una luce per Napoli Est. Laddove i grandi interessi di Stati e istituzioni spesso trascurano le cause dei popoli, è gratificante verificare che la cooperazione dal basso, con solidarietà e interscambio di esperienze, è ancora possibile.”
Con grande commozione, la Presidente dell’Associazione Tiris, Francesca Doria, ha commentato: “La vera emozione in questa esperienza è stata vedere bambini provenienti da contesti diversi per cultura, religione e lingua stare insieme, giocare come se si conoscessero da sempre… questa è la strada per la pace e l’integrazione…”.
“I Colori di Tiris”: Sostenere un Futuro Migliore
L’Associazione Tiris, per sostenere i suoi progetti, produce e vende manufatti artigianali “I Colori di Tiris”, oggetti unici realizzati con tessuti africani WAX che narrano storie e tradizioni, contribuendo attivamente a un futuro migliore per il popolo Saharawi.
L’arrivo di 140 bambini Saharawi in Italia, distribuiti su tutto il territorio nazionale grazie all’impegno di diverse associazioni, è un testamento della forza della solidarietà internazionale. La loro permanenza a Napoli è un potente richiamo: anche di fronte a decenni di esilio e divisione, la speranza, la cultura e il desiderio di pace possono unire le persone, un bambino alla volta.



