Da qualche mese in un confessionale della Peterskapelle, una chiesa cattolica a Lucerna, in Svizzera, è possibile conversare con un chatbot basato sull’intelligenza artificiale programmato per sembrare e parlare come Gesù. Marco Schmid, il teologo che ha pensato il progetto, ha specificato che l’iniziativa vuole spingere i visitatori a riflettere sull’incontro fra la fede e la tecnologia, e non sostituisce le confessioni fatte con un sacerdote. Le risposte di «Gesù-IA», come è stato chiamato il programma, sono basate su testi religiosi trovati su internet.
di francesco de rosa | dammibellenotizie@gmail.com
Marco Schmid dice che le cose dette dal Gesù d’Intelligenza Artificiale potrebbero non corrispondere agli insegnamenti cattolici, ma che in tutti i test che sono stati condotti non ha pronunciato eresie. La notizia ha destato molto clamore in molte parti del mondo cattolico e non. Ma sta di fatto che a Lucerna, nella Peterskapelle, la più antica chiesa cattolica della città svizzera, risalente al 12esimo secolo, il «cyber-Gesù» è una realtà che confessa i fedeli dietro la grata. Nell’ambito di un progetto artistico chiamato «Deus in Machina», la chiesa di San Pietro ha infatti installato un ologramma di Gesù alimentato dall’intelligenza artificiale. I fedeli entrano nel confessionale e devono semplicemente esprimere le loro preoccupazioni e domande per ottenere una risposta dal Gesù digitale. Almeno due terzi delle persone che hanno parlato con il «cyber-Gesù» sono uscite dal confessionale dichiarando di aver vissuto un’esperienza «molto spirituale».
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«Sono rimasto sorpreso, è stato così facile, e anche se è una macchina, mi ha dato tanti consigli» ha dichiarato un fedele ai media tedeschi. Sebbene l’installazione sia solo temporanea, la chiesa di San Pietro sostiene che un giorno chatbot simili potrebbero assumere alcune delle responsabilità dei pastori delle chiese. L’IA è stata costruita da informatici e teologi dell’Università di Scienze Applicate e Arti di Lucerna ed è stata addestrata sul Nuovo Testamento.
Il chatbot, che può rispondere in un centinaio di lingue, funziona con due programmi sviluppati da OpenAI: GPT-4o, una versione avanzata di ChatGPT, e il programma di comprensione vocale Whisper. Dato che non esistono rappresentazioni affidabili dell’aspetto di Gesù, la faccia che compare sullo schermo dietro al confessionale è basata su quella di uno degli sviluppatori dell’Università di Lucerna che hanno collaborato al progetto, Philipp Haslbauer.
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