Una stima non può essere fatta tanto è vasto il fenomeno delle spose bambine in giro per il mondo. Una piaga mondiale che tocca tanti paesi del mondo. Si parla della Turchia, per esempio, dove tra il 2010 e il 2015, secondo il già ministro della Famiglia di Ankara, Sema Ramazanoglu, sono state oltre 230 mila le unioni tra bambini e adulti. Ma il numero è certamente più elevato se consideriamo che tantissime nozze tra adulti e minori vengono celebrati con rito religioso e, quindi, non registrate ufficialmente. I loro volti sembrano rassegnati, i loro sguardi sono spesso persi nel vuoto. Sono bambine soprattutto che a decidere il loro destino sono le loro stesse famiglie, spesso, sin dalla nascita. Sono famiglie povere che vogliono trovare in queste unioni il cambiamento della loro vita, una migliore condizione economica. Sicché si fa in modo che le loro figlie abbandonino la scuola e, il giorno dopo aver contratto un matrimonio con una persona adulta, le spose bambine sono costrette a rimanere a casa per accudire il marito, i figli che verranno e sbrigare le faccende domestiche. In questi anni convegni, dibattiti, l’attenzione di organismi internazionale a tutelare a dei minori ovunque nel mondo non sembra abbiano sortito effetti. I matrimoni delle spose bambine sono ancora troppi e in troppe parti del mondo.
Eppure il matrimonio precoce è una violazione dei diritti umani che continua a proliferare nonostante le leggi che lo vietano. Una pratica che rimane diffusa, in parte a causa della persistente povertà e della disuguaglianza di genere. Si calcola che “nei paesi in via di sviluppo, una ragazza su quattro è sposata prima di aver compiuto 18 anni. Una su nove ha meno di 15 anni. I matrimoni precoci minacciano la vita e la salute delle ragazze e limitano le loro prospettive future. Le giovani coinvolte spesso vanno incontro a gravidanze precoci, con il rischio di gravi complicanze durante la gravidanza o il parto. Queste complicazioni sono una delle principali cause di morte tra le adolescenti nei paesi in via di sviluppo”.
Uno scheda con poche domande per le quali abbiamo voluto trovare le migliori risposte può servire a far comprendere il fenomeno assurdo
Cosa è il matrimonio precoce?
Il matrimonio precoce è quello in cui uno o entrambi gli sposi hanno meno di 18 anni.
Quanto sono diffusi i matrimoni precoci?
Più di 700 milioni di donne e ragazze si sono sposate prima dei 18 anni.
Perché ci sono i matrimoni precoci?
In molti casi avviene dove c’è mancanza di opportunità e di scelta.
Anche i ragazzi vengono fatti sposare da bambini?
Sì, il fenomeno riguarda anche loro ma la maggior parte dei matrimoni precoci coinvolge bambine e ragazze.
A che età avvengono i matrimoni precoci?Riguardano bambine e bambini di tutte le età, ma avvengono più frequentemente tra i 16 e i 17 anni.
Quali sono le conseguenze dei matrimoni precoci?
Il matrimonio precoce è una violazione dei diritti umani delle bambine e dei bambini e nega il loro potenziale futuro.
Ci sono stati progressi nel contrasto ai matrimoni precoci?
Sì, i matrimoni precoci sotto i 18 anni sono scesi dall’11% nel 2000 all’8% nel 2015.
Il matrimonio precoce è legale?No, in molti paesi però permettono eccezioni se c’è il consenso familiare o per diritto consuetudinario.
Come può il mondo porre fine ai matrimoni precoci?La legge da sola non basta. Fondamentale è il raggiungimento dell’uguaglianza di genere.
Cosa c’entra la gravidanza in età adolescenziale con il matrimonio precoce? Nei cosiddetti paesi in via di sviluppo il 90% delle gravidanze adolescenziali si verifica tra le ragazze sposate.
Lodevole, su questo tema, è l’impegno dell’ Associazione italiana donne per lo sviluppo (AIDOS)che ha sede a Roma e lo sguardo su molte zone del mondo. Il cammino di AIDOS iniziò nel 1981, con la fondazione dell’Associazione italiana donne per lo sviluppo (AIDOS), associazione di donne e organizzazione non governativa di cooperazione, riconosciuta nel 1992 dal Ministero degli Affari Esteri come ente idoneo a gestire fondi pubblici per la realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo.
Fin dalla sua fondazione, AIDOS ha lavorato – nei cosiddetti paesi in via di sviluppo, nelle sedi internazionali e in Italia – per costruire, promuovere e difendere i diritti, la dignità e la libertà di scelta di donne e ragazze.
AIDOS lavora in partenariato con organizzazioni e istituzioni locali, per fornire strumenti alle donne e alle loro organizzazioni, soprattutto nei settori in cui l’esperienza del movimento femminista in Italia ha dato i frutti più significativi. L’approccio di AIDOS nasce quindi dal dialogo ininterrotto e paritario con le organizzazioni femminili e non governative di tutto il mondo e con chi si occupa di diritti umani, diritti delle donne e della comunità LGBTQ.
AIDOS ha status consultivo speciale presso l’ECOSOC (Economic and Social Council of the United Nations, Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite), ed è strategic partner in Italia di UNFPA (United Nations Population Fund, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione).