Ecco la lettera della mamma di Leonardo De Vecchio con cui fu mandato da bambino in orfanotrofio

di francesco de rosa |


Una vita straordinaria di sacrifici e riscatto. Una storia di famiglia incredibile. Tre fratelli (con lui quarto ed ultimo), un padre dedito all’ortofrutta che decideva di lasciare la Puglia per cercare più fortuna a Milano dove però avrebbe trovato la morte venuto a mancare prima ancora che il piccolo Leonardo venisse al mondo. Una vita di stenti e la necessità della mamma di Leonardo Del Vecchio, Grazia Rocco, di chiedere all’orfanotrofio di Martinitt di poter accogliere il piccolo Leonardo. Quella scelta poteva essere l’inizio di un incubo e, invece, si trasformò, come poi dirà lo stesso patron di Luxottica, morto poche ore fa a 87 anni, nell’inizio di una storia esemplare. Ecco la lettera con cui Leonardo Del Vecchio fu mandato in orfanotrofio…


Ha ben scritto Giuseppe Caporale già qualche ora dopo la dipartita di Leonardo Del Vecchio quando in molte redazioni è partita la corsa a cercare dettagli, notizie, curiosità (che non fossero gossip in un momento così) tutte legate alla vita, e quindi alla morte, di Leonardo Del Vecchio andato via lunedì 27 giugno 22 a 87 anni. Icona di riscatto e capovolgimento, la vicende umana di uno degli imprenditori più riservati ed importanti della storia italiana iniziò nel peggiore dei modi che a raccontarla – come ben sottolinea Giuseppe Caporale – “nell’epoca del tutto e subito, del click sullo smartphone come massimo sforzo, la vita del fondatore di Luxottica ha tanto da insegnare. A tutti. Ai giovani e ai meno giovani, ai manager, agli imprenditori, ai professionisti, ai dipendenti pubblici e privati. E alla politica. Nell’epoca che combatte la fatica e gli sforzi e li concepisce solo per una partita di padel o per una seduta in palestra, la biografia di Leonardo Del Vecchio insegna che fino a due generazioni fa, chi ha costruito il successo lo ha fatto lungo il percorso dell’audacia e del massimo impegno. Altro che ascensore sociale. Del Vecchio con la sua forza e visione ha sovvertito l’ordine delle cose. Ed ha compiuto una rivoluzione personale. E costruito un impero che tradotto significa prosperità per tanti. La sua storia ha il sapore di una favola d’altri tempi: è l’esempio del vero self made man di stampo anglosassone che davanti alle sfortune della vita, non è stato ad auto-commiserarsi ma si è rimboccato le maniche con caparbia e tenacia. E ce l’ha fatta”.   

L’orfanotrofio Martinitt a Milano

Nel 1935 le condizioni dell’intera penisola erano delle peggiori. Dalla Puglia era arrivata una famiglia, i Del Vecchio, di umilissime origini. Leonardo (senior) che aveva un piccolo luogo a Barletta dove vendeva frutta aveva deciso con la moglie Grazia Rocco, con già tre figli da crescere ed un quarto in arrivo, di andare a Milano per migliorare la loro vita. Così ultimo di quattro fratelli, padre piccolo commerciante di frutta di origini pugliesi tenace e volenteroso si ritrova al mondo, a Milano, già orfano di padre che muore prima della sua nascita. Per questo la madre Grazia Rocco sceglierà di dargli lo stesso nome. Doveva andare tutto come si poteva prevedere: dove vivevano tre figli sarebbero vissuti anche quattro. Ma Grazia Rocco aveva paura di non farcela e così aveva deciso di rivolgersi ad uno degli orfanotrofi che c’erano nella città di Milano. Aveva deciso così di scriverle una lettera che 80 anni dopo ritorna attuale proprio nel giorno della morte di fondatore di Luxottica. Una lettera pubblicata, così come di seguito, dalla recente biografia curata da Tommaso Ebhardt.

La lettera data maggio 1942 ed è scritta di pugno dalla mamma di Leonardo Del Vecchio.

“Spettabile direzione dell’orfanotrofio Martinitt. Io sottoscritta Rocco Grazia vedova Del Vecchio faccio domanda acciò mi si potesse acconsentire di farmi presto ricoverare il mio bambino più piccolo Del Vecchio Leonardo, dovendo io andare a lavorare e non avendo nessuno a chi affidarlo il piccolo mi starebbe su la strada e prima che mi abbia a capitarle qualche disgrazia preferisco il suo ricovero anche per una più accurata educazione. Voglio sperare che questa spettabile direzione vorrà prendere in considerazione la mia domanda e potermi presto aiutare. Faccio le mie più umili scuse e ringraziamenti anticipati, con ossequi e doveri”.

Il destino beffardo, il fatto di essere il quarto (ed il più piccolo) dei figli in una casa rimasti senza padre sembrava l’espediente peggiore e tale da riservare alla vita del piccolo Leonardo una vita ai margini. E i vece quel bambino sarà capace di cambiare da solo il suo destino. Adolescente, riesce a studiare design accedendo ai corsi serali e si trasferisce in un paesino nel Trentino dove trova lavoro come operaio in una fabbrica di incisioni metalliche. Ancora adolescente si trasferisce ad Agordo, in provincia di Belluno, dove apre una bottega di montature di occhiali e dove inizierà la sua ascesa anni dopo. Iniziando da una bottega che nel 1961 diventa una vera e propria azienda, con 14 dipendenti e specializzata nella produzione di minuteria metallica per le occhialerie. Nel 1967, comincia a produrre occhiali con il marchio Luxottica. L’azienda inizia la sua ascesa e nel 1981 il suo patrimonio è così solido, che Leonardo decide di andare alla conquista degli Usa. Con questo obiettivo, chiede (e ottiene) dal Credito Italiano un prestito necessario ad acquistare Avantgarde, un marchio statunitense di occhiali.

Solo un anno dopo, era il 1982, apre quattro nuovi stabilimenti e assume 4.500 persone, e così restituisce alla banca tutto il capitale con gli interessi. Da qui, la sua corsa è senza freni. Nel 1988 stringe accordi di licenza con Giorgio Armani e lavora con altri marchi di lusso come Bulgari, Chanel, Prada e Valentino entrando di diritto nell’Olimpo dei marchi made in Italy più apprezzati del mondo. Nel 1990 Luxottica viene  quotata a Wall Street e, cinque anni dopo, ha il titolo di  maggior produttore e distributore sul mercato ottico mondiale.  Nel 1995, acquista con i Benetton la SME (ex gruppo IRI). Nel dicembre 2000 Luxottica viene quotata alla Borsa di Milano, e  via via comincia ad acquisire altri marchi nei settori della produzione e della distribuzione di occhiali da sole e da vista:  Vogue, Persole, Ray-Ban, Sunglass Hut e Oakley

La sua incredibile avventura cambia il volto dell’occhialeria italiana ma soprattutto di tutto il mondo imprenditoriale. La crescita inarrestabile del suo marchio culmina nel 2017 con una fusione record da 50 miliardi di euro  fra Luxottica ed Essilor.  Non si contano le onorificenze: Cavaliere dell’Ordine al Merito del Lavoro nel 1986, nel 1995 gli è stata conferita una Laurea honoris causa in Economia aziendale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 1999, poi, un Master honoris causa in International Business dal MIB di Trieste e, ancora, una laurea in Ingegneria gestionale e una in Ingegneria dei materiali,  rispettivamente dalle Universita’ di Udine e Milano. Secondo la rivista Forbes, la sua ricchezza al 10 aprile 2022 è di circa 27,3 miliardi di dollari: un patrimonio che lo colloca come secondo uomo più ricco d’Italia e 62esimo al mondo. Ben al di là di primati, onorificenze, classifiche e curiosità la storia di Leonardo Del Vecchio è un mirabile esempio, per quanto raro, di capovolgimento . Un esempio di tenacia, intraprendenza, resistenza e capacità di vita a trasformare un destino che sembrava segnato. E invece…

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