Giaceva da qualche parte, sotto cumuli di polvere. Scritto per l’amata terra da Domenico Cimarosa. Fino a quando un musicista e compositore, suo conterraneo, in piena quarantena, non ha deciso di farlo rivivere, rivisitandolo come mai prima. Il risultato è stato straordinario. Soprattutto se si pensa che, giusto l’altro giorno, l’Inno, così rivisitato, è stato suonato, rimanendo ciascuno nelle proprie case, dagli alunni di uno dei licei musicali più attivi e più centrali della città.
Quando, a causa del virus, si sono bruscamente interrotte le attività didattiche in presenza, per molti ragazzi s’è trattato di perdere la principale forma di socializzazione ancor viva in tempi di schermi e social. La cosa è parsa ancor più drammatica per tutti quei giovani che studiano uno strumento, frequentando i Licei musicale per tante ore, anche pomeridiane, durante le quali avevano modo di confrontarsi tra loro, attraverso laboratori di musica d’insieme per piccoli e grandi gruppi, sia con lezioni individuali, con incontri con i loro maestri/professori. Le lezioni si svolgono in rapporto di uno a uno, per una o due ore, davanti a uno strumento di qualità e con interazioni multiple che hanno a che vedere con il suono, la vibrazione dello strumento, i brani da scegliere insieme, le piccole e grandi esecuzioni e interpretazioni e composizioni personali. Insomma, tutto ciò che motiva quei ragazzi a fare spesso enormi sacrifici, pur di seguire una strada difficile come quella della musica. Una strada difficile, certo, ma anche emotivamente importantissima. Di botto, tutto quel mondo è venuto meno, lasciando un vuoto che ha messo in crisi più di un alunno. La didattica a distanza, o telematica, ha avuto il pregio di colmare almeno il vuoto lasciato dalla mancata interazione, spinta motivazionale, elemento socializzante nel caso dei laboratori collettivi. Certo, questi interventi digitali e mediati dagli schermi non potranno sostituire a lungo l’incontro, la relazione, la vibrazione emozionale data dal timbro, dal suono, dalle sfumature, dall’interazione, tutte cose possibili solo in presenza. Ma per ora, tengono accesa una fiammella.
Con questo spirito, i laboratori producono musica, e con la tecnologia riescono persino a rimettere “insieme” quello che il virus ha interrotto. Un manoscritto di Domenico Cimarosa, un musicista del ‘700 napoletano, diviene così occasione di riflessione sui moti del 1799, e si trasforma in un arrangiamento dell’Inno della Repubblica Partenopea scritto per quella brevissima stagione proprio da Cimarosa. Una bella operazione, sia per contenuti che per aver raggiunto il suo scopo: un sorriso, un’azione comunitaria che coinvolge i più giovani.
Didattica a distanza. Alunni del Margherita di Savoia di Napoli suonano Cimarosa: Inno del 1799 Gli alunni del Liceo musicale Margherita di Savoia di Napoli suonano un arrangiamento tratto dal manoscritto originale dell’inno della Repubblica Partenopea del 1799 composto da Domenico Cimarosa. Classe di pianoforte e musica d’insieme (G. De Simone). Si ringraziano la Dirigente prof. Giuseppina Maria Wally Crocenti, lo staff dell’Istituto e segnatamente il prof. M° Angelo Greco. Allievi che hanno scelto di partecipare: Ludovica Cardillo, Dario De Rosa, Domenico Di Francia, Andrea Negri, Fabrizio Rosiello, Valentina Salemme, Alessandro Silvestro, Domenico Testa.