Luciano Cilio gli disse… . Breve storia di un impegno umano, musicale e culturale

Era il 25 gennaio del 1984 quando sulle pagine di “Napolinotte” il musicista Girolamo De Simone, allora giovanissimo, iniziava una rubrica sulla musica contemporanea dedicando il suo primo intervento ad un altro musicista, prematuramente scomparso, solo pochi mesi prima. Luciano Cilio era nato Napoli nel 1950 ma il 21 maggio del 1983 aveva deciso di togliersi la vita. Resta, dopo tanti anni, l’impegno umano e culturale che Girolamo De Simone, tra i maggiori conoscitori di Luciano Cilio e i migliori interpreti della musica di frontiera, porta avanti. Una rassegna appena terminata dal titolo “Millemondi 2018” a Galleria Toledo e soprattutto i dischi ritrovati che vedranno presto e di nuovo la luce.

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NAPOLI – A Galleria Toledo c’erano i giovani musicisti, gli allievi di alcune scuole cittadine ed ogni altro cultore e conoscitore di culture musicali, autori, interpreti. “Millemondi 2018” coniava nel sottotitolo anche due numeri “ventuno e trentacinque”. Il primo, il ventuno, come le edizioni della rassegna che Girolamo De Simone porta avanti presso “Galleria Toledo” a Napoli nel segno della musica di frontiera ma non solo. Trentacinque, invece, sta per gli anni che sono passati da quel 21 maggio del 1983 quando il talentuoso, inquieto, eclettico e bravo musicista napoletano Luciano Cilio decise di togliersi la vita. Da quel momento, il legame tra due conterranei diversi per età e storie di vita, Luciano Cilio e Girolamo De Simone, diventava persino più intenso grazie a quelle “mirabili sintonie” che la musica può dare a chi la compone, la interpreta, la esegue, la vive. E non fu un caso se, pochi mesi dopo, sulle pagine di “Napolinotte”, era il 25 gennaio del 1984, nello spazio di una nuova rubrica a firma un giovane Girolamo De Simone, si leggeva nel titolo “Luciano Cilio mi disse…”. Il chiaro intento era di iniziare una inchiesta sulla musica contemporanea a Napoli parlando di un protagonista scomparso solo pochi mesi prima che si scrivesse quell’articolo. “Prende il via da questo numero del giornale – scriveva Girolamo De Simoneuna inchiesta sulla musica contemporanea. Sembra doveroso iniziare con Luciano Cilio, amico e collega scomparso precocemente nel maggio dello scorso anno, personaggio di primo piano per la cultura musicale partenopea, animatore, tra gli altri, di molte rassegne (“Aspetti della musica a Napoli”, “Avanguardia e ricerca musicale negli anni ’70”, “Incontri nazionali della nuova musica”)”.

L’articolo, come in foto, riportava una conversazione che Girolamo De Simone aveva fatto con l’amico e collega Luciano Cilio, mai pubblicata prima, rilasciata un anno prima della sua morte. Temi come “la materia sonora“, la “metafisica” in musica, la situazione della cultura musicale a Napoli e le sue pratiche, il tema dell’avanguardia musicale e persino la questione, anche allora sempre aperta, del San Carlo di Napoli erano i passaggi della conversazione. Domande chiare a cui Luciano Cilio volle dare risposte oltremodo inequivocabili come nel suo stile. Quel legame nato da musicista a musicista, più grande d’eta il primo di ben quattordici anni, entusiasta il secondo per l’ardore dell’età e soprattutto per il fascino e l’ispirazione che proveniva da uno dei nomi e dei timbri culturali a cui i giovani musicisti napoletani di allora potevano ispirarsi andava consolidandosi così. Negli anni che seguirono Girolamo De Simone ha costruito poi la sua carriera musicale, i dischi, le composizioni, lontano da ogni zona di conforto, di assuefazione, di connivenza, di commistioni, un profilo “controcorrente” come il suo amato Luciano Cilio attorno al quale non ha mai dismesso l’indagine, la curiosità, la voglia di raccontarlo, quasi volesse “dare giustizia” per una tragica uscita di scena che aveva scelto di avere quel che rimane il musicista e maestro inquieto per tanti giovani allievi di quel tempo. Non a caso il tema principale della narrazione scelto per la ventunesima rassegna di cultura musicale diretta da Girolamo De Simone a Galleria Toledo che, non senza fatica e sacrificio in una Napoli troppo distratta dal solo effimero, dal 7 al 10 maggio scorsi, è stato Luciano Cilio, i 35 anni dalla sua scomparsa, l’impegno a favore dei tanti giovani allievi musicisti napoletani, i nastri inediti ritrovati anche e soprattutto grazie al lavoro di Girolamo De Simone che di Luciano Cilio è diventato, di fatto, uno dei pochi esperti e conoscitori.

Nata nel 1997, la rassegna ha voluto, sin dai primi anni, dare un contesto, una visibilità e ogni legame possibile, ora come allora, a tutte quelle frontiere della musica contemporanea che Girolamo De Simone sa perfettamente legare assieme, portare a narrazione, individuare in un genere che si definisce “in-progress” e che di fatto ha il pregio di riannodare tutte quelle esperienze, percorsi, produzioni e culture musicali che rappresentano nel presente ciò che diverrà un classico contemporaneo del futuro. La rassegna, prodotta dal “Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo”, vede anche un antico connubio tra Girolamo De Simone e Laura Angiulli nelle cui mani da anni passa la programmazione e la direzione di “Galleria Toledo”.

Nel corso dei tre giorni della rassegna di quest’anno si sono esibiti i compositori storici napoletani accanto a quelli emergenti verso cui pure la rassegna voleva andare, non a caso, prevedendo una sezione dedicata alla presenza giovanile a Napoli nella musica contemporanea. Il 7 maggio è stata la volta di «Felix e Claude: il clarinetto dal romanticismo all’impressionismo» dove i maestri Angelo Greco al clarinetto e Maurizio Tessitore al pianoforte con la partecipazione di Armando Puggioni hanno potuto condurre il pubblico lungo le delicate sonorità che con il clarinetto si possono esprimere. «Aria d’America» invece, il giorno dopo, è stato un recital monografico di Filippo Sica dedicato all’intreccio tra la musica di Napoli e quella della grande mela. Si sono ascoltati, tra gli altri, anche brani dimenticati troppo in fretta ma dal grande valore stilistico che hanno fatto ponti tra gli ultimi due secoli di storia musicale tra Napoli e gli Stati Uniti d’America. Ma l’8 maggio è stata anche l’occasione per proporre al pubblico del “Millemondi 2018” a Galleria Toledo un concerto di pianoforte che ha incantato grazie all’estro ed alla bravura del giovanissimo pianista Andrea Riccio. Quella del 9 maggio è stata la sera dei giovani talenti con un’esibizione che ha visto susseguirsi molti studenti ispirati anche dalle docenze di autori/musicisti come Enzo Amato, Carlo Mormile e lo stesso Girolamo De Simone.

L’ultimo appuntamento, quello del 10 maggio, per Musica Millemondi 2018, 21° edizione, ha visto la chitarra protagonista con composizioni di autori viventi e presenti o da poco scomparsi eseguite da giovani chitarristi. “Un ponte tra le generazioni di ieri e di oggi” come si era letto già nel comunicato stampa e dove, in prima assoluta, si sono ascoltati i brani inediti e di prossima pubblicazione del Antonello Paliotti,  di Mario Addone e le composizioni e partecipazioni di Andrea Aymone, Alessandro Petrosino; Piero Viti. Prima di loro, mezz’ora di lectio e di mirabile memoria con cui Girolamo De Simone ha potuto parlare, non senza commozione, di Luciano Cilio, della sua musica, della sua eredità culturale: un momento di grande attenzione con la esecuzione di alcune parti dei nastri ritrovati di Luciano Cilio. Un vero momento di emozione che questa breve registrazione audio/video riporta intatto.

A rassegna conclusa il bilancio è certamente positivo soprattutto per il valore dell’impegno e la cifra qualitativa che si è potuta apprezzare sul palco di “Galleria Toledo”. Gli occhi dei ragazzi che si sono potuti esibire grazie alle finalità della rassegna, l’emozione che essi hanno dato e e hanno ricevuto, la ricerca musicale di frontiera che trova a Napoli suoi incrollabili interpreti, la partecipazione di diversi importanti musicisti, l’attenzione e l’ascolto dei nastri ritrovati grazie anche alle bobine custodite con cura dal musicista Eugenio Fels, maestro e grande punto di riferimento per Girolamo De Simone: sono questi tra i capitoli da non dimenticare della rassegna di quest’anno. “I giovani c’erano – commenterà qualche ora dopo lo stesso direttore artistico ed ideatore di “Millemondi 2018” Girolamo De Simoneattentissimi, silenziosi, numerosi, magnifici. Consapevoli dell’ascolto prezioso, a loro rivolto. La musica di Luciano Cilio è stata simbolicamente restituita alla città, come sempre assente nelle sue istituzioni, che restano autoreferenziali, e nelle sue élite culturali, presenti solo quando uno specchio le riflette. Bene così, una storia si compie, un’altra ancora viaggia. Verso il disco dei Nastri ritrovati“.

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