I talebani impiccano quattro presunti malviventi ad Herat

Dapprima hanno negato la ripresa di esecuzioni e amputazioni poi, qualche ora dopo, il regime dei talebani d’Afghanistan ha giustiziato e appeso in pubblica piazza quattro presunti malviventi. Ad osservare la scena orribile centinaia di persone e con loro anche bambini.


In molte parti delle diplomazie internazionali ci si chiedeva ancora in queste settimane se l’auspicato cambiamento dei talebani, nuovi dominatori dell’Afghanistan di oggi, fosse cosa reale come annunciato in qualche proclama. Oggi è arrivata la smentita definitiva in pubblica piazza, la più affollata di Herat dove un corpo penzolante da una gru aveva attaccato al petto un cartello bianco con la scritta “I rapitori saranno puniti in questo modo”. Stessa sorte, tranne poche varianti, è toccata ad altri tre cadaveri insanguinati trasportati per le strade della città. Tutti appesi ai bracci meccanici di alcuni camion e poi, senza alcuna pietà, esposti al pubblico. I talebani soliti si sono presentati al mondo così con tutti i dettami della rege coranica che prevede pene severe come l’esecuzioni e le amputazioni per chi commette reato. Ecco quindi l’Afghanistan, patria delle «chiare violazioni dei diritti umani» come hanno definito quella terra gli americani. Il teatro del macabro rituale è stata la città di Herat, terza città del Paese a guida islamica ortodossa. Doveva essere, come è stata, «una lezione» per tutti coloro che commetteranno lo stesso crimine come detto, senza esitazione dal vicegovernatore della provincia, Mawlawi Shir Ahmad Muhajir.

I quattro presunti malviventi, come da fonti attendibili, sono stati bloccati in una strada fuori città, dacché accusati del rapimento di un imprenditore con il figlio nella stazione di servizio di sua proprietà. Paese non nuovo a fenomeni dei questo tipo, l’Afghanistan registra un alto numero di sequestri di persona a scopo di estorsione, particolarmente. Il fenomeno è entrato nell’attenzione degli studenti coranici che vogliono fermare ad ogni costo la deriva criminale. Nel corso della cattura i rapitori sono stati uccisi in uno scontro a fuoco con le forze talebane. Ne ha fatto le spese anche un ferito della parte talebana, un miliziano dei mullah.
Ha raccontato un testimone che i Talebani avevano preannunciato che sarebbero stati uccisi i quattro «criminali», e che i loro corpi sarebbero stati appesi in diverse zone della città. Ne è eseguita la realizzazione di una scena davvero orrenda che ha spopolato sui social media con foto e video che mostrano l’orrore perpetrato dai mullah. Alla scena hanno assistito impotenti e spaventati centinaia di persone, tra cui diversi bambini.
Nell’annunciare le impiccagioni i Talebani hanno detto anche della ripresa di mutilazioni dei detenuti giudicati colpevoli di alcuni crimini tra questi l’omicidio, il furto, il sequestro di persona come in questo caso per i quattro impiccati.

Si tratta di fatto di un ritorno alla giustizia sanguinaria e alla legge del taglione che il mullah Nooruddin Turabi, tra i fondatori del movimento jihadista oggi responsabile del sistema penitenziario, ha voluto esaltare esattamente come accadeva negli anni Novanta con le stesse pratiche. Il regime afghano interpreta da sempre nel mondo più oscurantista il diritto islamico. Potrebbe così tornare presto di moda in Afghanistan, come nel passato più recente, la lapidazione delle donne accusate di adulterio o di mancato rispetto della sharia, la legge coranica. E pensare che al loro rientro al potere i talebani di oggi dentro le cui mani c’è il Paese avevano preannunziato che non avremmo visto esecuzioni in pubblico né punizioni corporali. I quattro sono stati uccisi a seguito di uno scontro con le forze talebane la mattina di questo sabato 25 settembre. Solo dopo i talebani hanno voluto mostrare i loro corpi legati ed impiccati in diverse zone della città. Un funzionario del governo locale in condizione di anonimato ha detto molte cose e diversi particolari sull’accaduto. Le quattro persone avevano rapito un cambiavalute e suo figlio nel quinto distretto della città e li avevano condotti in una zona vicina.

A quel punto i servizi segreti talebani hanno scatenato una caccia ai colpevoli che, invero, si è conclusa rapidamente. All’arrivo delle forze di sicurezza nella zona in cui i quattro orbitavano la cui competenza era del quarto distretto di polizia del capoluogo di provincia, Non sono mancati i momenti difficili come quando i liberatori hanno cercato di soccorrere gli ostaggi e i sequestratori hanno aperto il fuoco contro di loro. “Nello scontro i quattro rapitori sono stati uccisi sul posto in pochi minuti”, ha spiegato la fonte, assicurando che nessuno dei talebani è rimasto vittima e anche i due ostaggi sono rimasti illesi. Le immagini dell’accaduto sono state diffuse anche sui social dove si mostra il corpo di una delle quattro persone. Il gesto voleva essere un chiaro segnale che i talebani hanno scritto con cura: “Chiunque compia un rapimento subirà lo stesso destino”. Tuttavia occorre dire che non è la prima volta che i talebani appendono pubblicamente i corpi di sospetti criminali. Tra il 1996 e il 2001, nel corso del primo governo talebano punizioni brutali quali l’impiccagione, la lapidazione e le frustate sono state all’ordine del giorno. Accadeva quasi quotidianamente che i talebani appendessero i corpi di criminali in pubblico. Un monito offerto ai cittadini di Kabul come di altre province del Paese.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *