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Nei giorni in cui si riparla di Michele Ferrero e ad Alba non c’è nucleo familiare che non sia stato legato all’azienda che da lì prese il via, il Gruppo Ferrero continua a crescere. Esattamente nei giorni in cui si commemora il decennale dalla morte di Michele Ferrero, scomparso il 14 febbraio 2015 all’età di 89 anni, il colosso dolciario, oggi guidato dal figlio Giovanni nel ruolo di presidente esecutivo, ricalca un bilancio consolidato della holding Ferrero International S.A. con un fatturato di 18,4 miliardi di euro, in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. In mezzo ai numeri che contano e fanno parlare già da molti anni come di un “fenomeno” Ferrero, torna attuale un testo che proprio Michele Ferrero scrisse nel pieno delle sue intraprese. Nulla di più attuale e di più lungimirante.
di francesco de rosa
Più di 40 anni fa Michele Ferrero scrisse le 17 regole per la corretta gestione dei collaboratori. Ancora la parola leadership non si usava eppure le regole che hanno aiutato la Ferrero a diventare grande non risentono dell’età. Nel frattempo delle 17 regole oggi nemmeno l’ombra in tante aziende italiane del settore privato dove l’ego smisurato, l’ignoranza di tanti imprenditori di ogni settore, la miopia nel condurle, la fame di produrre ricchezza a buon mercato mortificando i propri lavoratori, il mercato che sovente è truccato, la spregiudicatezza che consente di dare sviluppo ad imprese senza nessuna ispirazione etica lascia spazio al peggio. Tranne, ovviamente, quelle realtà che entrano probabilmente in quel gruppo esiguo di aziende italiane (che pure ci sono) disposte ad impegnarsi ogni giorno per praticare ciò che Michele Ferrero consigliava di praticare già 40 anni fa ad ogni impresa che si poneva (e si pone) grandi obiettivi. Un gigante Michele Ferrero se si pensa alla caratura assai poco elevata di tanti altri imprenditori che sono stati o sono nel mondo della economia italiana. Con tutte le dovute eccezioni.
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Le 17 regole di Michele Ferrero
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- Nei vostri contatti mettete i vostri collaboratori a loro agio:
- Dedicate loro il tempo necessario e non le “briciole”;
- Preoccupatevi di ascoltare ciò che hanno da dirvi;
- Non date loro l’impressione che siate sulle spine;
- Non fateli mai sentire “piccoli”;
- La sedia più comoda del vostro ufficio sia destinata a loro.
2. Prendete decisioni chiare e fatevi aiutare dai vostri collaboratori, essi crederanno nelle scelte a cui hanno concorso.
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3. Rendete partecipi i collaboratori dei cambiamenti e discutetene prima della loro attuazione con gli interessati.
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4. Comunicate gli apprezzamenti favorevoli ai lavoratori, quelli sfavorevoli comunicateli solo quando necessario, in quest’ultimo caso non limitatevi a una critica, ma indicate ciò che dovrà essere fatto nell’avvenire perché serva a imparare.
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5. I vostri interventi siano sempre tempestivi: “Troppo tardi” è pericoloso quanto “Troppo presto”.
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6. Agite sulle cause più che sul comportamento.
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7. Considerate i problemi nel loro aspetto generale e non perdetevi nei dettagli, lasciate ai dipendenti un certo margine di tolleranza.
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8. Siate sempre umani.
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9. Non chiedete cose impossibili.
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10. Ammettete serenamente i vostri errori, vi aiuterà a non ripeterli.
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11. Preoccupatevi di quello che pensano di voi i vostri collaboratori.
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12. Non pretendete di essere tutto per i vostri collaboratori, in questo caso finireste per essere niente.
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13. Diffidate di quelli che vi adulano, a lungo andare sono più controproducenti di quelli che vi contraddicono.
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14. Date sempre quanto dovete e ricordate che spesso non è questione di quanto, ma di come e di quando.
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15. Non prendete mai decisioni sotto l’influsso dell’ira, della premura, della delusione, della preoccupazione, ma demandatele a quando il vostro giudizio potrà essere più sereno.
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16. Ricordate che un buon capo può far sentire un gigante un uomo normale, ma un capo cattivo può trasformare un gigante in un nano.
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17. Se non credete in questi principi, rinunciate ad essere capi.
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Breve cenno d’azienda…
Fondata nel 1946 ad Alba (in provincia di Cuneo), la Ferrero (oggi guidata da Giovanni Ferrero) è una delle multinazionali italiane (con sede in Lussemburgo) più famose nel mondo, nota per prodotti dolciari di culto come la Nutella o il Kinder Cioccolato, solo per citarne due tra i più celebri. Una storia che inizia da lontano, per la precisione da un laboratorio per i dolci, aperto in via Rattazzi nel 1942 (e che oggi non esiste più).
L’obiettivo iniziale dei fondatori, Pietro Ferrero, la moglie Piera Cillario e il fratello Giovanni Ferrero, era quello di perfezionare la crema gianduia inventata a Torino a inizio ‘800, che utilizzava le nocciole, dopo i blocchi all’importazione di prodotti dell’industria britannica ordinati da Napoleone (e rimasti in vigore fino al 1813). Si doveva dunque fare a meno della cioccolata. Si rivelerà una grande intuizione. Gran parte del merito, in questa mitica storia imprenditoriale, va attribuito a Michele Ferrero: nato a Dogliani (Cuneo) nel 1925, fin da giovanissimo ha dimostrato passione per la pasticceria (i suoi primi “test” risalgono agli anni della scuola), fino a cominciare a lavorare nell’azienda di famiglia. Alla morte del padre Pietro, nel 1949, Michele Ferrero va poi ad affiancare la madre e lo zio nella gestione della Ferrero, per poi prenderne la guida a soli trentadue anni.
Creatività, intuito, passione e dedizione hanno portato l’imprenditore a guidare l’azienda verso una crescita esponenziale (e globale). È stato proprio Michele Ferrero, per capirci, a inventare i più famosi prodotti della Ferrero: il Mon Chéri (1956), la Nutella (1964), il Kinder Cioccolato (1968), le Tic Tac (1969), i Kinder Sorpresa (1974) e il Ferrero Rocher (1982).
Nel 1961 Ferrero (a cui nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce) ha sposato Maria Franca Fissolo, con la quale ha avuto due figli, Pietro, prematuramente e tragicamente scomparso nel 2011, e Giovanni, attuale amministratore delegato della multinazionale di Alba, che conta oltre 40mila collaboratori, 20 stabilimenti e 9 aziende agricole. Per volere di Michele Ferrero, inoltre, nel 1983 è nata la Fondazione Ferrero, che oltre a occuparsi degli ex dipendenti da quarant’anni promuove iniziative culturali e artistiche.



